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Vicino Roma, Belmonte Castello, borgo storico, dalle cinta murarie alle chiese affrescate

foto di: Immagini prese dal web

In provincia di Frosinone si trova il piccolo borgo di Belmonte Castello, ecco la sua storia e le caratteristiche del grazioso centro storico

Belmonte Castello, cenni storici del borgo della Ciociaria

Belmonte Castello si trova in una stretta valle che collega la val di Comino con il Cassinate, sulla cima di un colle a 370 metri d’altezza. A nord-est di Belmonte Castello si trova il monte Morrone, la cima più alta nel territorio comunale, dove ricadono anche le pendici del colle Abate. Sotto il paese scorre il rio Secco, affluente di destra del fiume Rapido. Il territorio tradizionalmente sannita, poi romano fino alla caduta dell’impero, nel primo medioevo seguì le sorti del Principato di Capua. La storia di Belmonte, dal latino Bellus Mons, che nel 1862 diventò Belmonte Castello, è legata a quella della vicina Atina, cui appartenne amministrativamente fino al 1819, quando diventò casale di Terelle, fino a quando divenne comune autonomo nel 1851, per decreto del re Ferdinando II delle Due Sicilie.

Belmonte Castello e la cinta muraria

Belmonte Castello ha sempre avuto una solida fortificazione ed ancor oggi sono visibili non soltanto l’alta Torre ma anche la cinta muraria, con le sue tre porte principali ed il luogo dove sorgeva il castello, distrutto durante l’ultima guerra. Fu devastato più volte dai terremoti e semidistrutto durante la seconda guerra mondiale, data la sua posizione strategica che lo pose al centro di continui bombardamenti. Nel dopoguerra il paese fu ricostruito, ma la popolazione scese rapidamente, emigrando soprattutto all’estero.

Belmonte Castello e le bellezze turistiche che offre al visitatore

Il territorio iniziò ad appartenere ai signori feudali che si succedettero per tutto il Medioevo. A questo periodo risale la Chiesa di San Nicola, la più antica del paese che ospita al suo interno splendidi affreschi del trecento Nel paese sono visitabili anche i resti dell’acquedotto romano, scavato nella roccia (I sec. a.C.). Nell’Ottocento era fiorente l’artigianato tessile di cui oggi alcuni privati conservano gli strumenti impiegati nella lavorazione della canapa. Curiosità naturali sono le cosiddette fosse, cioè due crateri rocciosi di natura incerta profondi 130 metri e più, nel cui fondo si sente un fruscio e sgorga dai fori rocciosi un vento freddo, causato forse dallo scorrimento di acqua sotterranea che nessuno sa da dove scaturisce.