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La fontana di piazza Campitelli fu costruita per necessità di approvvigionamento idrico di una parte della città di Roma, ha subito uno spostamento e un restauro, ecco la sua storia
La fontana di piazza Campitelli si trova nel Rione Sant’Angelo in una zona centrale della Capitale. Fu costruita in seguito ai lavori di ramificazione sotterranea del condotto dell’Acquedotto alessandrino, denominato Acqua Felice, per assicurare l’approvvigionamento idrico delle zone dei colli Viminale e Quirinale, proseguendo poi fino alla zona dell’Isola Tiberina. Per favorire questo risultato fu progettata la realizzazione di diverse fontane tra cui questa. Fu commissionata da papa Sisto V a Giacomo Della Porta, che nel 1589 ne realizzò il disegno.
Si trattava di una vasca ottagonale in travertino, con i lati alternativamente rettilinei e concavi, al cui interno era posizionata una seconda vasca della stessa forma, più piccola ma molto più profonda, che conteneva al centro un catino circolare, sorretto da un elegante pilastro a forma di calice, da cui precipitava l’acqua. L’opera venne inizialmente posizionata proprio davanti all’entrata della chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli da dove venne spostata nel 1675 in occasione dei lavori di ampliamento della chiesa stessa ma anche perché le chiacchiere delle persone che sostavano intorno alla fontana disturbava le funzioni religiose.
Riporta su sei lati le insegne del Senato e gli stemmi delle quattro famiglie (Capizucchi, Albertoni, Muti e Ricci) che avevano finanziato l’opera, e sui rimanenti lati due grossi mascheroni che versano acqua. La fontana è delimitata da otto grandi colonne realizzate reimpiegando colonne antiche di marmi diversi, dal cipollino fino al granito dell’Isola d’Elba, al bigio e al pavonazzetto e nel 1927 fu restaurata dall’architetto Raffaele De Vico. Una storia architettonica durata quindi diversi secoli con modifiche importanti che l’hanno trasformato nella forma che è visitabile oggi al centro della piazza da cui prende il nome.
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