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La Chiesa di Sant'Isidoro, un pezzo d'Irlanda nella Capitale

foto di: Immagini prese dal web

La Chiesa di Sant’Isidoro nasce su progetto di frati francescani spagnoli ma viene completata da un teologo irlandese, ospita una cappella commissionata a Bernini, due chiostri e un convento

La Chiesa di Sant’Isidoro,  la sua storia tra spagnoli a irlandesi

In via degli Artisti, nel rione Ludovisi a Roma, si trova la Chiesa di Sant’Isidoro. La sua storia ha inizio nel 1621 quando i Descalceati, un gruppo di frati francescani spagnoli, decisero di dare vita a un centro per la loro vita di comunità. I lavori del plesso furono affidati all’architetto Antonio Felice Casoni ma fu Luca Wedding, frate di origini irlandesi, giunto a Roma come teologo, a ricevere l’incarico pochi anni dopo di incaricarsi del progetto di chiusura dei lavori, rimasti incompiuti. Fondò uno studentato e avviò i lavori di ampliamento della chiesa e del convento che fu consacrata nel 1686 anche se la facciata fu completata in stile rococò solo nel 1704.

La Chiesa di Sant’Isidoro e la Cappella de Sylva del Bernini

L’interno della chiesa si presenta a navata unica a croce latina, con volta a botte dove è affrescata la settecentesca Gloria di Sant’Isidoro di Charles Van Loo. Capolavoro della chiesa è però la celebre Cappella de Sylva  commissionata dal portoghese Rodrigo Lopez de Sylva, cavaliere dell’Ordine di San Giacomo, a Gian Lorenzo Bernini che si occupò solo della progettazione lasciando l’esecuzione ai suoi più fidati allievi. Infine è possibile ammirare la raffinata pala d’altare dell’Immacolata Concezione realizzata da Carlo Maratta.

La Chiesa di Sant’Isidoro, il convento e i chiostri

Il convento annesso alla chiesa mostra due chiostri, uno più piccolo e uno costruito proprio su consiglio e decisione di Wedding e che ospita affreschi settecenteschi. Il convento fu sede della confraternita dei Nazareni, movimento protoromantico di pittori prevalentemente tedeschi, alcuni dei quali vi risiedettero anche, per alcuni anni tra il 1810 e il ritorno di Pio VII nel 1814. Si deve a questa presenza il nome della strada da cui vi si accede, la via degli Artisti e che porta all’ingresso della chiesa che si presenta imponente agli occhi del curioso visitatore.