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La Chiesa di San Filippo Neri è un edificio di culto sconsacrato costruito in epoca barocca, la sua storia, la facciata e le caratteristiche dell’interno
La Chiesa di San Filippo Neri si trova affacciata su via Giulia. Costruita in epoca barocca, avrebbe dovuta essere demolita insieme al quartiere che la circonda alla fine degli anni ’30 per la costruzione di una strada tra il ponte Mazzini e Corso Vittorio Emanuele ma lo scoppio del secondo conflitto mondiale interruppe il progetto. L’edificio è stato restaurato nel 2000 ma oggi non è visitabile ed è stato sconsacrato e abbandonato. Il committente fu Rutilio Brandi, originario di San Gimignano e governatore della Compagnia delle Santissime Piaghe di Gesù, fondata all’inizio del ‘600 e composto da fiorentini residenti a Roma. Nel plesso che incorpora la chiesa fece costruire un piccolo ospedale per i sacerdoti e un istituto per le ragazze povere.
La facciata è stata restaurata nel 1768 da Giovanni Francesco Fiori, è a tre assi, scanditi da un ordine gigante formato da lesene di una variante ionica e con due piani. Il portone è sormontato da un timpano. L’asse centrale del primo piano contiene un medaglione ovale in stucco che rappresenta San Filippo accolto in cielo dalla Madonna e dal Bambino. Sulla facciata rivolta verso via Giulia l’edificio reca una tabella di proprietà in marmo con il motto della compagnia: Le piaghe dell’anima si curano con le calamità.
L’interno è a una sola navata e tre campate, l’asse centrale non è perpendicolare alla facciata ma piegato verso sud, a causa delle difficili condizioni spaziali al momento della sua costruzione. Ad entrambi i lati la chiesa ospitava tre cappelle, il soffitto è costituito da volte a botte trasversali, che diminuiscono in altezza verso la zona del coro. La chiesa aveva tre altari: quelli laterali furono consacrati da papa Benedetto XIII nel 1728, quello destro era ornato da un rilievo medievale rappresentante la Crocifissione originariamente ospitato nelle grotte vaticane, mentre il sinistro era sormontato da un dipinto di Filippo Zucchetti raffigurante San Trofimo che guarisce i podagrosi. Sull’altare maggiore si trovava in origine una copia di un dipinto di Guido Reni effigiante San Filippo
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