La Fontana della Botticella, il simbolo di un mestiere e di un vecchio porto
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La fontana dell’Arno, all’incrocio tra la Strada Pia e la Strada Felice, fa parte di un plesso di altre tre fontane volute costruire da papa Sisto V con blocchi di paperino e con immagini allegoriche
La fontana dell’Arno fa parte del plesso di quattro fontane che si trovano nelle cantonate del crocicchio formato dalla Strada Pia con la Strada Felice, tra il 1588 e il 1593 per iniziativa di Muzio Mattei, proprietario di Palazzo Del Drago, durante il pontificato di Sisto V. Da un documento del 23 maggio 1588 sappiamo che il papa aveva donato al Mattei dei blocchi di peperino, provenienti dal Settizonio, la facciata monumentale del ninfeo fatta erigere ai piedi del Palatino, per costruire le quattro fontane. Le fontane erano semipubbliche in quanto furono costruite a spese dei proprietari di terreni o palazzi limitrofi all’incrocio, in cambio dell’uso dell’acqua messa a disposizione dal pontefice.
La fontana dell’Arno ha uno sfondo, meno decorato rispetto alle altre fontane, che rappresenta un ambiente fluviale con un canneto forse di papiro. troviamo una figura maschile che giace affiancata da un leone, probabile riferimento araldico alla città di Firenze. Oltre a lei troviamo quella che raffigura il fiume Tevere, posto all’angolo della Chiesa di S.Carlo alle Quattro Fontane, costruita nel XVII secolo dal Borromini, la Fontana di Giunone all’angolo del Palazzo Volpi-Galloppi e la Fontana di Diana, all’angolo del giardino Barberini.
Le figure che distinguono le quattro fontane sono tutte poste semisdraiate su un fianco in nicchie rettangolari e hanno davanti a loro vasche semicircolari in cui è raccolta l’acqua. Le fontane con le allegorie dei fiumi Tevere e Arno hanno preso ispirazione dalle statue del II secolo d.C. rappresentanti il Nilo e il Tevere che si trovano sul Campidoglio dal 1518. A marzo 2015 è stato reso di nuovo visibile al pubblico dopo un nuovo restauro, a 25 anni dal precedente, a causa dello smog e del calcare.
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