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Nel rione Campo Marzio si trova la piccola ed antica chiesa di Santa Lucia della Tinta, scopriamo il perché di questo nome e la sua storia, dalla costruzione ai recenti rifacimenti del secolo scorso
La chiesa di Santa Lucia della Tinta si trova nel rione Campo Marzio e nell’antica contrada dei Tintori da cui prende il nome così come da Santa Lucia delle Quattro Porte perché era vicina al muraglione antico che costeggiava la riva del Tevere dalla porta Flaminia al ponte Elio, sul quale si aprivano quattro porte minori, tra cui la posterula santa Lucia che si trovava di fronte alla chiesa.
Raggiungibile dalle stazioni della metro di Flaminio e Spagna, si trova in una zona pianeggiante a nord del Quirinale e del Campidoglio, è dedicata a una nobildonna romana, martire sotto l’impero di Diocleziano e morta insieme a san Geminiano, i cui corpi erano custoditi proprio in questo edificio religioso. La più antica menzione di questa chiesa è all’interno di un’epigrafe datata 1002, ritrovata lì nel corso del XVII secolo e oggi scomparsa, poi in una bolla di Niccolò IV in occasione della ricostruzione del complesso nel 1290.
Nel 1664 il Principe Borghese ricostruisce l’edificio su richiesta della Collegiata Santa Maria Regina Coeli che era titolare della chiesa. Ulteriori modifiche avvengono circa 50 anni dopo e riguardano l’altare maggiore. Il pavimento è invece stato ricostruito nel 1911. Dal 1970 è gestita dalla Fraterna Domus, una comunità di suore che ha una casa d’accoglienza adiacente alla chiesa che ha curato alcuni lavori di restauro, dalla facciata al tetto, dal controsoffitto alla tela centrale di Taddeo Kunz,
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