Alla scoperta dei dintorni di Scalo San Lorenzo
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La macchina della verità non è affatto un’invenzione moderna, già molti secoli fa a Roma si faceva largo uso di strumenti e “macchine” che cercavano di accertare la verità e soprattutto in ambito coniugale, la fedeltà di mogli e mariti, vediamo come funzionavano!
Fin dall’antichità si è sempre cercato un modo per capire se la persona che avevamo davanti ci stesse dicendo la verità. Filtri magici, occhiatacce profonde, torture e chi più ne ha più ne metta. Oggi soprattutto negli Stati Uniti si usa una macchina che registra battiti cardiaci e attività cerebrale, ma nei secoli a Roma si erano trovati vari metodi per capire se la persona e soprattutto il marito o la moglie stessero dicendo la verità e questi sono la Bocca della Verità e il Serpente Vendicatore.
Questo mascherone, enorme, tutto in marmo è oggi posizionato e murato nelle mura esterne della chiesa di Santa Maria in Cosmedin, tra il Tevere e il Circo Massimo. Anticamente La Bocca della Verità era un tombino raffigurato con fattezze divine; i fori di occhi naso e bocca infatti servivano a far defluire le acque all’interno delle cloache romane. Numerose leggende però sono nate intorno a questo grande mascherone, che da sempre ha affascinato chiunque lo vedesse anche gli sceneggiatori di Vacanze Romane ( L’immagine del film Vacanze Romane con Audrey Hepburn e Gregory Peck davanti alla bocca della verità); si pensava infatti che inserita la mano nella bocca e posta una domanda, la grande faccia avesse il potere di tagliare l’arto ai bugiardi. Soprattutto nel medioevo nacquero leggende che narravano di come l’imperatore Giuliano, uno degli ultimi a voler restaurare il paganesimo, si fosse sottoposto alla Bocca della Verità dopo aver ingannato una donna; si racconta che dall’interno il diavolo gli trattenne la mano e gli estorse la promessa di restaurare le divinità pagane.
Andando avanti nel tempo la Bocca della Verità venne sempre più usata in ambito coniugale per capire se il marito o la moglie avesse tradito e soprattutto venne usata per le donne. Una volta infatti una moglie infedele, venne portata giustamente dal marito al mascherone, ma questa riuscì a ingannare coniuge e bocca, perché prima di inserire la mano nella fessura, si fece baciare dal suo amante, che si era finto pazzo. Così la donna una volta inserita la mano all’interno della Bocca non mentì dicendo che nella sua vita era stata baciata solo da suo marito e dalla persona che lo aveva fatto poco prima.
Oltre la gettonatissima Bocca della Verità, però, pochi sanno che a Roma esiste un’altra curiosa invenzione per scoprire la verità, il Serpente vendicatore. Si tratta, anche in questo caso, di un’antichissima fessura romana custodita all’interno dei ruderi sotterranei dello Stadio Domiziano, sotto Piazza Navona. Questa speciale macchina della verità faceva da contraltare alla Bocca perché, se questa veniva legata al tradimento da parte della donna, il Serpente puniva invece gli uomini infedeli che, dopo aver tradito le mogli, andavano a vantarsi in giro delle proprie gesta, rincarando la dose – attuale pure questo ve’? Stavano avanti! Il traditore, in particolare, orinando nella feritoia – si cari uomini, accadeva proprio ciò che state immaginando e con grande dolore – veniva evirato da un serpente nascosto all’interno dell’antro. Oggi però – e per la serenità di qualche uomo – non è più possibile usufruire di questo macchinario – un peccato, donne, non trovate? Detto fra noi, sarebbe stato piuttosto divertente vedere la faccia di qualche uomo costretto al gioco. Su, non fate le buone a difesa del vostro amore – si sa – pure er più pulito c’ha ’a rogna.
E voi conoscete altre macchine della verità sparse per Roma?
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