Teatro, luogo di vita, quella volta che Rossini morse e risorse
20 Febbraio 2021
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foto di: Immagini prese dal web
Teatro, solo a dire questa parola oggi, ci sembra di parlare di un luogo alieno, mai visto primo, che non sappiamo nemmeno più com’è fatto. Purtroppo la pandemia ci ha allontanato, solo momentaneamente, da quel luogo che soprattutto in città passionali e ferventi come Roma, è uno spazio di socialità, di confronto ma anche di scontro, come accadde a Rossini alla prima del Barbiere di Siviglia!
Teatro luogo dell’anima e della vita…
Diciamolo con tutta onestà: ma quanto ci manca andare a teatro o al cinema la sera? Prendere i biglietti, aspettare nel foyer, fare quattro chiacchiere con i nostri amici, scambiarsi le aspettative sullo spettacolo o sul film che andremo a vedere. Quanto ci manca la trepidazione di vedere quel sipario di velluto rosso aprirsi, le luci accendersi e l’adrenalina dell’entrata dell’attore sul palco con la prima battuta? Purtroppo, speriamo ancora per poco, questa situazione dovrà perdurare e anzi, qui dovemo incrocià le dita e sperà che non richiudono tutto n’artra vorta, sennò annamo ai matti! Ma vabbè, almeno per il momento nun ce pensamo e torniamo almeno con il ricordo a quelle serate, in cui una volta usciti si discuteva, si parlava delle emozioni e dei messaggi che quello spettacolo o quel film ci aveva trasmesso; sicuro c’era il nostro amico esperto di regia che criticava ogni ripresa e quell’altro invece esperto di sceneggiatura che criticava la storia. Insomma il teatro è un luogo dell’anima e della vita importante non solo per noi, ma anche e forse di più, per gli antichi.
…dagli antichi Romani…
La grande tradizione del teatro infatti ci deriva dai greci, che utilizzavano gli spettacoli teatrali come momenti educativi per la città. Andare a teatro era qualcosa che entrava all’interno della sfera del sacro e del religioso e attraverso gli attori e la trama del commediografo, si riusciva a educare e a sviluppare senso civico all’interno della comunità; d’artronde, i greci mica ce l’avevano ‘a televisione! Ma così fu anche per i romani che presero completamente questa tradizione dai greci e ne costruirono di teatri e anfiteatri in giro per il mondo. Basti pensare a quello ancora in uso ad Ostia Antica oppure alle rovine del Teatro Marcello proprio a due passi dall’anfiteatro più famoso del mondo, il Colosseo.
…ai giorni nostri
Il teatro però continuò ad essere parte integrante della vita della società, anche in epoca relativamente moderna e contemporanea. Basti pensare alle scritte che durante l’800, in epoca Risorgimentale, apparivano in tutte le città d’Italia, perfino nella Roma Papalina, che inneggiavano al più noto compositore di opere nostrano, Giuseppe Verdi. I murales, come li chiameremo oggi, con scritto “W Verdi”, in realtà nascondevano l’acronimo “W Vittorio Emanuele Re D’Italia”! Arrivando ai giorni nostri il teatro negli anni ’60 e ’70 ebbe un grande ruolo di rinnovamento della cultura italiana e tutt’ora esistono ancora alcuni autori teatrali che cercano nel proprio spettacolo teatrale ancora questa funzione sociale e culturale e non solo quella di spettacolo e passatempo.
Quella volta che al Teatro Argentina Rossini morse e risorse
Oggi poi è un appuntamento molto particolare; infatti il 20 febbraio del 1816, a Roma, allo storico Teatro Argentina, veniva messa in scena per la prima volta l’opera buffa Il Barbiere di Siviglia. A dir la verità allora il titolo dell’opera era Alma Viva – L’inutile precauzione, perché un’opera con lo stesso soggetto era stata già composta anni prima da un altro grande compositore italiano, Paisiello. Il ricordo del capolavoro di quest’ultimo compositore era ancora vivo a Roma tanto che la sera del 20 febbraio, la prima rappresentazione dell’opera dell’appena ventitreenne Rossini, sembrava destinata al fiasco più totale. Fischi e proteste dei sostenitori di Paisiello furono i protagonisti della serata. La sera successiva, alla seconda rappresentazione invece il pubblico meno schierato, decretò il trionfo dell’opera rossiniana, che per brillantezza e sagacità divenne l’emblema da lì in avanti dell’opera buffa non solo in Italia, ma nel mondo. Basti pensare infatti che Il Barbiere di Siviglia ancora oggi è una delle opere più rappresentate a livello globale in tutti i teatri. Anche questa è la forza del teatro, per cui ‘n giorno te ammazza e er giorno dopo invece te porta ‘n cielo e come diceva il grande maestro Gigi Proietti: viva il teatro dove tutto è finto e niente è falso!
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