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L'ultimo scherzo di Gigi, addio a Proietti, il mito romano


Oggi avrebbe compiuto 80 anni uno degli artisti romani più amati di sempre, Gigi Proietti! Purtroppo, però, dal ricovero urgente di ieri notte, si è spento. Con lui, se ne va un pezzo di storia romana… 

Chi era Gigi Proietti

Tanti lo ricorderanno per il ruolo di Bruno Fioretti (detto Mandrake) in Febbre da cavallo, film cult degli anni ’70; tanti altri per il mitico Maresciallo Rocca; altri ancora, per le sue divertentissime barzellette: Gigi proietti è stato uno degli attori più ammirati di sempre. L’ultimo scherzo, tirato fuori dal baule, ce l’ha fatto qualche ora fa quando, poco prima di compiere 80 anni è stato ricoverato d’urgenza, a causa di un problema cardiaco, e all’improvviso s’è spento. Proprio il giorno del suo compleanno, questa data particolare in cui era nato e sulla quale amava giocare, forse per esorcizzarne la paura; proprio a Roma, la città che lo aveva visto venire al mondo, l’aveva testato con tanta gavetta e, alla fine, l’aveva premiato per la sua genialità!
Regista, conduttore televisivo, cabarettista, cantante, doppiatore (di Robert De Niro, Anthony Hopkins, Dustin Hoffman, Gregory Peck, Marlon Brando ecc..) e chi più ne ha più ne metta, la sua sembrava la lista illimitata di un uomo dalle infinite abilità. Destreggiandosi fra ironia, satira pungente, e monologhi di indicibile bellezza, Gigi Proietti si è fatto largo nel mondo dello spettacolo con intelligenza ed eleganza, portando in scena le sue numerose, quanto innate, capacità. Per questo motivo, come se il palcoscenico fosse sempre stato il suo habitat naturale, è considerato uno degli esponenti più importanti che la storia del teatro italiano abbia mai avuto!

Il rapporto con Roma

Non è solo un vanto e un simbolo di Roma: il legame con la città Gigi Proietti lo incarnava, e nei valori più profondi. La sua romanità tutt’altro che volgare o eccessiva, riusciva ad esprimere le sfaccettature più affascinanti della Capitale. Così come Roma, le performance di Proietti incantavano, stupivano, meravigliavano, sorprendevano gli spettatori; più di una volta, li facevano piangere – ma dalle risate! – rispecchiando in pieno quella rinomata simpatia popolare romana, che pochi altri prima di lui avevano saputo destreggiare. Insomma, Gigi Proietti dagli esordi si distinse subito, coinvolgendo chiunque in ogni sua battuta, e pensare che, da giovanissimo, neanche pensava di finire a teatro! Avvicinandosi al mondo dell’arte grazie alla musica, infatti, cominciò la sua carriera suonando nei locali notturni e proprio questo gli permise di entrare in contatto con i personaggi dell’epoca; di lasciarsi ispirare, da quegli incontri, per i suoi ruoli comici e gli sketch futuri. E, se l’iscrizione al Centro Teatro Ateneo fu del tutto casuale, anche il primo grande successo fu una “botta di fortuna“, come amava definirla lui stesso, in qualche intervista. Negli anni ’70, l’appena trentenne Proietti veniva, infatti, chiamato a sostituire Domenico Modugno nella parte di Ademar, all’interno della commedia musicale Alleluja brava gente. La conferma, alla sua congenita predisposizione artistica, arrivò immediata, dalla risposta del pubblico: segno di una carriera, che gli calzava a pennello!

“A te gli occhi”, Gigi

Di lì, mai scontato, mai noioso, mai prevedibile, l’attore romano riusciva ad ammaliare chiunque, esibendo ogni volta le sue ineguagliabili doti di affabulatore e trasformista. Fra i suoi più celebri lavori, il suo A me gli occhi, please rappresenta tutt’oggi una rivoluzione nel modo di intendere il teatro: con il record di oltre 500.000 presenze al Teatro Olimpico di Roma, quel magistrale esempio di teatro-grafia si replicò per tantissimi anni. Ammirato da colleghi del calibro di Federico Fellini e di Eduardo de Filippo, a Gigi Proietti non mancò neanche di recitare accanto a personalità di spicco, come Carmelo Bene.  E vogliamo parlare di alcune sue ideazioni? Prendendo in mano la direzione artistica del Teatro Brancaccio, diede avvio ad un Laboratorio di Esercitazioni Sceniche che vide fra gli altri, gli esordi di Enrico Brignano, Flavio Insinna e Sveva Altieri; e nei primi anni 2000 da un suo progetto prese avvio la costruzione del Globe Theatre di Villa Borghese (ispirandosi, anche nella struttura, a quello Shakespeariano).
Senza smentirsi mai, l’istrionico attore romano si faceva portavoce, da oltre sessant’anni e a 360 gradi, del concetto di Artista, caratterizzandone ogni piccola sfaccettatura: evidenza che la sua creatività non era solo un mestiere, ma una vera e propria vocazione. Perciò, Gigi proietti, all’anagrafe Luigi Proietti, nato a Roma nel 1940, è stato uno dei maggiori emblemi Capitolini, orgoglio romano per eccellenza, senza scarti generazionali!

Addio grande Maestro!