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"Sor Marchese, è l'ora", ma di aprire la porta di villa Sordi!


1920-2020, sono passati esattamente cento anni dalla nascita di uno dei più grandi simboli di Roma, ma Alberto Sordi fa il regalo a noi! Per festeggiare il centenario, aprono le porte della sua villa fino al 31 Gennaio 2021

Io so’ io e voi?

Era il lontano 1920 e in via del Cosimato in Trastevere, al numero 7, lungo le sponde del fiume, nasceva Alberto Sordi, storico attore, doppiatore, comico, regista romano e chi più ne ha, più ne metta!. Senza bisogno di presentazioni, riconosciuto da tutti come uno dei più grandi interpreti della commedia all’italiana e come uno dei più celebri esponenti della romanità cinematografica, Alberto Sordi è considerato da sempre un’icona, non solo romana. Eppure, sebbene si contino fra i suoi lavori oltre 200 pellicole, pochi di voi sapranno che la sua carriera non si iniziò proprio col piede giusto. Intorno agli anni ’30 fu infatti cacciato dall’Accademia dei Filodrammatici di Milano, per via della sua forte inflessione dialettale romanesca, “difetto” che, invece, lo consacrerà a massimo rappresentante della cultura romana. Tornato nella sua amata città, dopo il primo apparente fallimento – mejo pe’ noi, poi nun ce chiedete perché de Milano ce piace er treno pe’ Roma! – inizierà la sua lunga e fiorente carriera. Se molti di voi lo ricorderanno, soprattutto, nelle brillanti vesti de Il marchese del Grillo, film di Monicelli, che ne consolidò inevitabilmente la fama, non mancano i David di Donatello, come miglior attore nel ruolo di protagonista, di altre numerose produzioni cinematografiche: Un borghese piccolo piccolo, Fumo di Londra, La grande Guerra, Lo scopone Scientifico, Tutti a casa, Il medico della mutua e Detenuto in attesa di giudizio

L’Albertone romano

L’attore romano più stimato di sempre visse tutta la sua vita fra le bellezze romane, sempre fedele a quella meravigliosa (e fortunata) città che lo vide nascere, scalare il successo e, più tardi, spegnersi nel triste febbraio del 2003. Roma fu la culla di quel suo modo unico di essere e di fare e rappresentò, soprattutto, la famiglia che non riuscì mai ad avere. La tradizione, la cultura romanesca, il popolo romano furono i suoi più grandi affetti. Così, sebbene decise di non avere figli, a causa del poco tempo e dei troppi impegni, non mancarono il bene e la stima di numerosi ammiratori: sopra ogni altro, i romani che non smisero – e non smettono tuttora – di potarlo con sé, come il più caro dei simboli di Roma.
Incomparabile rappresentante dell’immaginario popolare romano, Alberto Sordi riuscì ad esaltare le sue origini, a renderle speciali agli occhi di ognuno, traendone il suo più grande punto di forza, senza tradirle mai. Non ultima, la passione calcistica per la squadra della Capitale, la Roma di cui, non lo nascose mai, era grande tifoso!
Perciò, “Roma è Albertone e Albertone è Roma“, in un rapporto di vicendevole stima e grandezza, grazie al quale Sordi trovò la sua distintiva, peculiare capacità di comunicazione e, in cambio, Roma ricevette la più riuscita espressione di romanità, nel mondo.

La Mostra a villa Sordi

Per tutti questi motivi, per il ruolo eterno di mito, per la sua encomiabile carriera e, anche, per l’impossibilità di descriverne fino in fondo il genio artistico, cosa aspettate ad andare a visitare la sua casa?
Il pensiero di ripercorrere i suoi passi, di prender parte alla sua quotidianità, con tutta la nostalgia del caso, tornando un po’ indietro nel tempo, sono diventate esperienze possibili! Dal 16 settembre hanno infatti aperto le porte di villa Sordi, sulle splendide rovine di Caracalla. La visita, all’interno di quella dimora tanto voluta dall’attore romano negli anni ’50, scrigno di dipinti (tra cui due De Chirico), cimeli e ricordi accumulati nel tempo, concede finalmente a tutti l’opportunità di scoprire la vita privata di Alberto Sordi. Una vita riservata, nonostante la spigliatezza sulle scene, che ha sempre suscitato fascino e curiosità. Non mancheranno, ovviamente, proiezioni dei suoi film, copioni, foto, bozzetti e la visita a oggetti di scena, dal guardaroba del Marchese del Grillo ai camici del dottor Tersilli; dalla divisa come “Pizzardone” de Il Vigile alla Harley Davidson di Un americano a Roma.
Insomma, una mostra che è più una totale immersione nell’inimitabile storia di Alberto Sordi!