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“L’unica cosa bella de Milano è er treno pe’ Roma”: quante volte da romani abbiamo pronunciato questa frase? E, puntualmente, l’alibi del milanese – sempre lo stesso -: “Milano ha il Duomo”. E se vi dicessimo che pure a casa nostra, nella nostra Roma bella esiste un piccolo Duomo?
Certo, crea sempre molta ilarità – ed un certo imbarazzo – dover specificare quanto Roma sia ricca di qualsivoglia monumento, storia, tradizione, bellezza sparsa a mo’ di pennellate di un geniale artista. Roma è un quadro – il miglior quadro – del miglior artista che si possa ammirare e – credeteci – non lo diciamo tanto per dire. A volte se ne sa solo molto poco e, come un meraviglioso dipinto originale rimasto in soffitta a prender polvere, ne restano note e conosciute soltanto alcune parti perché più celebrate – e viceversa –. Senza dimenticare, poi, quanto sia normale per noi romani passeggiare nella Capitale, senza quasi far più caso a l’inestimabile patrimonio calpestabile di Roma, talmente è vasto e posizionato in ogni angolo della città. Ed ecco allora che un po’ per assuefazione, un po’ per poca visibilità, alcuni incantevoli chicche romane restano leggermente fuori quel gigantesco complesso culturale che offre la città.
Basta, tuttavia, soffiare un po’ sopra l’immagine, rischiarandone i dettagli, perché emergano dal fondo spettacolari monumenti romani di cui avevamo, sbadatamente, accantonato l’esistenza. Questo il caso della Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio, una piccola perla di Duomo nel cuore del lungotevere Prati.
Già, perché per quanto i milanesi possano vantare la presenza della loro “Madunina”, anche la città Eterna sfoggia un piccolo Duomo che, – va bene l’umiltà ma – a nostro avviso, ha molto poco da invidiare al rivale nordico, contenendo anche il suggestivo Museo delle Anime del Purgatorio.
Dalla facciata gotica, riconoscibile a colpo d’occhio, eccolo padroneggiare, da fine ‘800, sulla riva del Tevere, il Piccolo Duomo, col suo stile architettonico inconfondibile. Bianco, caratterizzato da alti pinnacoli e guglie, sfoggia all’esterno la presenza di ben 19 statue di santi, scelte appositamente da Papa Pio X. La struttura, definibile “piccola” solo per via delle dimensioni e non certo per il suo enorme fascino, si compone all’interno di volte a crociera, archi a sesto acuto, preziose vetrate e magnifici rosoni nel rispetto del più autentico stile neogotico dell’architetto Giuseppe Gualandi.
Adiacente la Chiesa e progettato all’interno della sacrestia, il Museo delle Anime del Purgatorio è una vera rarità, per chi volesse visitare qualcosa di davvero diverso e coinvolgente, rispetto ai soliti – pur sempre incantevoli eh – musei della Capitale. Se non vi spaventano i vecchi racconti intriganti e le storie avvincenti un po’ fuori dagli schemi, siete sicuramente nel posto giusto. Il Museo espone infatti documenti e testimonianze a riprova dell’esistenza del Purgatorio – toccherà ammettere che Dante Alighieri non s’era tanto sbajato! La storia narra che, durante la costruzione della Chiesa, scoppiò un incendio e una piccola cappella venne distrutta dalle fiamme. Tra le tracce lasciate dal fuoco, don Victor Jouët (proprietario del terreno su cui era stata edificata la chiesa) riconobbe il volto di un umano in pena. Secondo la sua ricostruzione, si trattava del tentativo di un’anima dannata del Purgatorio, di mettersi in contatto con i vivi. Questo evento spinse il prete a ricercare, in lungo e in largo per l’Europa, documenti che accertassero l’esistenza di fatti simili, tutt’oggi presenti e visibili all’interno del museo.
La collezione (da brivido) mostrerebbe, quindi, l’esistenza di uno spazio ultraterreno di mezzo, il Purgatorio, dal quale i defunti richiamano l’attenzione dei vivi, per chiedergli preghiere e messe.
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