“Narciso, la fotografia allo specchio”, una mostra che riflette sul concetto del doppio
Vorresti vedere questa mostra? Espone gli scatti dei più grandi fotografi del ‘900, invitando a riflettere sul tema dello specchio e del doppio,[...]
È innegabile che Roma sia effettivamente la capitale dell’arte mondiale, in ogni sua via si respira la Storia e le imprese eroiche di ogni tempo. Ma l’arte, oltre a quella degli scavi archeologici e dei musei, a Roma si incontra anche per strada, sui muri, grazie agli street artists che abbelliscono la Capitale con ritratti ineguagliabili.
La street art è ormai una forma d’arte riconosciuta come tale in tutto il mondo e pochi anni fa si è addirittura celebrata una sua mostra in un museo. Celebri i murales che appaiono anche a Roma, e l’ultimo commenta l’addio della proprietà americana di James Pallotta, alla Roma. L’ex presidente dei giallorossi viene raffigurato dall’artista Harry Greb come Alberto Sordi in Un americano a Roma, con la celebre battuta “…Io c’ho avuto ‘a malattia che m’ha bloccato…”. Ma di murales dedicati alla squadra giallorossa ce ne sono stati numerosi negli anni, soprattutto in onore di quello che i tifosi chiamano l’ottavo Re di Roma, Francesco Totti. Il simbolo della squadra degli ultimi trent’anni ha avuto varie raffigurazioni. Da quello storico del Rione Monti, che riportava l’esultanza per lo scudetto del 2001 a quello del 2015 a Porta Metronia, quando ancora era in attività. Dal 2017 anno in cui il campione giallorosso si è ritirato dalle competizioni sportive, ne sono usciti altri che lo raffiguravano come San Francesco, in vicolo Savelli, tra Campo de’ Fiori e Piazza Navona, oppure altri che ne ricordavano l’addio, a ridosso della sua ultima partita il 28 maggio 2017, uno a Santa Maria Liberatrice, sempre a Porta Metronia, l’altro a Testaccio, rione da sempre giallorosso.
L’ultimo a spuntare è quello di Ennio Morricone, all’interno del rione Trastevere, dopo la sua morte avvenuta solo pochi mesi fa. Un omaggio al musicista romano, che con le sue note ha accompagnato alcuni dei film più premiati nella storia come C’era una volta in America, di un altro romano come Sergio Leone. Non solo Morricone a Trastevere ma anche un omaggio a una donna ultra rappresentativa di Roma e della Romanità, Sora Lella. Un’icona del cinema ma anche della cucina romana, con il suo noto ristorante sull’Isola Tiberina. Insieme a lei sui muri di Trastevere anche i murales di Frida Kahlo, di Barbie che sembra tornare dal mercato di Campo de’ Fiori e infine anche un omaggio all’attrice romana che stregò anche Hollywood, Anna Magnani.
Infine non si possono che menzionare i murales che hanno reso famoso e hanno riqualificato zone periferiche di Roma, divenute delle vere e proprie calamite per turisti e romani che vogliono inoltrarsi nella street art. come quelli del Corviale o dei palazzi di via Ostiense ridipinti e trasformati da edilizia industriale abbandonata a decoro urbano. Per ultimo non dimentichiamo anche la grande opera di Zero Calcare all’uscita del capolinea della Metro B di Rebibbia, un Mammuth, che porta sulle sue spalle tutti gli abitanti e gli edifici simbolo di questa “fettuccia di paradiso – come scrive lo stesso artista nel murale – stretta tra la tiburtina e la nomentana, terra di mammuth, tute acetate, corpi reclusi e cuori grandi”.
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