La fontana della sfera nella magica location del Foro Italico
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Situata all’interno del Parco dei Castelli Romani c’è una chicca che, per chi voglia fare poco più di mezz’ora di strada in auto da Roma per esplorarne la provincia, vale la pena visitare: stiamo parlando di Nemi, piccolo comune che conta a malapena duemila abitanti, ma ricchissimo di motivi per farci una gita fuori porta.
Questo piccolo borgo medievale a circa trenta chilometri a sud-est di Roma è un vero e proprio scrigno di tesori tutti da scoprire. A partire dalla sua posizione: la cittadina, a 520 metri di altezza sul livello del mare, poggia su uno sperone naturale che affaccia sul bellissimo Lago di Nemi, sulle cui sponde sorge il Museo Navale. Tra i reperti più interessanti qui conservati ci sono sicuramente i modelli, in scala 1:15, di due navi risalenti all’epoca dell’imperatore romano Caligola che il lago aveva restituito a inizio Novecento, purtroppo andate perdute durante i bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale. La tappa successiva è una passeggiata nel centro storico: all’ingresso del paesino ci si trova dinanzi il primo edificio religioso di Nemi, il Santuario del Santissimo Crocifisso, che ospita il Crocifisso ligneo scolpito da fra Vincenzo Pietrosanti da Bassiano e l’icona bizantina della Madonna di Versacarro, costruito nel 1637 per volere del Marchese Mario Frangipane. La famiglia nobile dei Frangipane è stata a lungo proprietaria, a partire dal 1527, di Palazzo Ruspoli, uno dei più antichi castelli della zona per via del suo nucleo originario, risalente al IX-X secolo. Inerpicandosi tra i vicoli tortuosi che salgono arroccandosi sull’altura, si sbuca di fronte alla chiesa parrocchiale di Santa Maria del Pozzo, edificata nel Cinquecento, che ospita un organo del 1847 e un trittico ligneo dell’artista Antoniazzo Romano.
Il toponimo della città deriva dal latino “nemus”, bosco: ammirando il borgo , stretto tra il cratere vulcanico che ospita il lago cristallino e la distesa di fitti boschi che lo circondano non è difficile immaginare il perché di questo nome. Non poteva esserci luogo migliore per erigere un tempio a Diana Aricina o Diana Nemorense, dea della caccia e delle selve, del quale sono stati ritrovati i resti grazie agli scavi archeologici iniziati nel Settecento, grazie all’interesse dei signori del luogo, i marchesi Mario e Pompeo Frangipani. Il santuario rinvenuto è mastodontico: con un perimetro di 200 metri per 175, si estende per 45mila mq a nord del lago. Dell’enorme luogo di culto, risalente probabilmente a un periodo compreso tra il II e il III secolo a.C., sono state riportate alla luce solamente i nicchioni, affioranti dal suolo, e alcuni ruderi con colonne di ordine dorico. Secondo una suggestiva intuizione dell’antropologo James G. Frazer, che riportò poi nel suo saggio Il ramo d’oro, sarebbe proprio il recinto del santuario a Diana a ospitare l’albero con il ramo d’oro di cui si servì Enea, a quanto narra Virgilio, per discendere nel regno dei morti.
La rocca di Nemi è un vivace centro culturale, che ospita iniziative come concerti, mostre artistiche, rievocazioni storiche e concerti. E non stiamo parlando solo di anni recenti, anzi: turisti illustrissimi, artisti e scrittori di pregio, hanno soggiornato a Nemi in passato, lasciando tracce del loro passaggio; tra questi, ricordiamo il poeta inglese Lord Byron, gli scrittori Goethe, Stendhal e Gabriele d’Annunzio e il musicista Charles Gounod, che si ispirò al panorama notturno di Nemi per comporre la sua Ave Maria.
Gli abitanti di Nemi preservano gelosamente la proprie tradizioni culturali ed enogastronomiche: famosissima è la Sagra delle Fragole, frutto di cui Nemi è uno dei maggiori produttori a livello regionale.
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