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A Roma riapre la Domus Tiberiana dopo 50 anni di chiusura

foto di: Immagini prese dal web

Riapre al pubblico la Domus Tiberiana, facente parte del Parco Archeologico del Colosseo, a distanza di quasi 50 anni dalla sua chiusura, con ben 13 sale in cui è possibile ammirare tutta la magnificenza del più antico palazzo imperiale di Roma

La Domus Tiberiana e la sua posizione strategica

Dopo importanti interventi di restauro e quasi 50 anni di chiusura a causa di problemi strutturali, riapre al pubblico la Domus Tiberiana, facente parte del Parco Archeologico del Colosseo. Una residenza imperiale, tra le più grandi testimonianze della grandezza dell’Antica Roma, sorge sul Colle Palatino, e offre al visitatore una vista mozzafiato sulla villa del Foro che rappresentava il centro della vita politica e sociale dell’Urbe. Eretto nel I secolo d.C., si tratta del primo vero e proprio palazzo imperiale, simbolo del potere, in una posizione strategica che era spesso scelta come ubicazione delle famiglie aristocratiche.

La Domus Tiberiana e l’allestimento per ammirarne tutta la bellezza e viaggiare nel tempo

L’allestimento museale, intitolato Imago Imperii, racconta la storia millenaria di questo monumento attraverso tredici diverse sale espositive, arricchite dalla nuova illuminazione che mette in risalto la bellezza della Domus Tiberiana e il suo ricco patrimonio di stucchi, sculture ed affreschi. In questo modo è anche recuperata la circolarità dei percorsi tra il Foro Romano e il Palatino, attraverso la rampa di Domiziano a ovest, e il clivo palatino a est, che porta al palazzo attraversando i giardini degli Horti Farnesiani.

Gli imperatori che hanno abitato in questo palazzo

La denominazione dell’edificio rimanda a Tiberio ma i ritrovamenti di questi anni hanno permesso di datarne la fondazione alla successiva età di Nerone, a cui si deve la prima monumentalizzazione degli spazi, subito dopo l’incendio di Roma del 64 d.C. Ma furono soprattutto Domiziano e Adriano ad ampliare la struttura che raggiunse l’estensione di quattro ettari. Un bene di interesse storico è quindi da pochi giorni finalmente accessibile agli appassionati di storia e di arte.