Le Scuderie del Quirinale presentano “Barocco Globale. Il mondo a Roma nel secolo di Bernini”
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Era il 1484, quando Innocenzo VIII promulgava la sua bolla in cui conferiva ai frati domenicani Heinrich Kramer e Jacob Sprenger, autori del libro il Martello delle Streghe (Malleus Maleficarum), il potere di schiacciare l’eresia e sopprimere la stregoneria nella valle del Reno, in Germania, vediamo come andarono le cose.
Probabilmente insieme a quella delle crociate, la caccia alle streghe fu una delle cose più brutte che la Chiesa abbia commesso durante la sua esistenza. Anche perché con la scusa di sopprimere le eresie e di normare il culto cristiano, non c’è dubbio che all’interno delle accuse di stregoneria entrassero anche persone che dovevano essere eliminate per altri motivi, che non erano quelli religiosi. Ne fu fatto insomma un uso personale, come je pareva a loro sostanzialmente, ma andiamo a vedere cosa diceva la bolla del 5 dicembre del 1484:
«È recentemente giunto alle nostre orecchie […] che in alcune regioni dell’alta Germania, come […] Magonza, Colonia, Treviri, Salisburgo, e Brema, molte persone di entrambi i sessi, […] rinnegando la fede cattolica […], si sono abbandonate a demoni maschi e femmine, e che, a causa dei loro incantesimi, lusinghe, sortilegi, e altre pratiche abominevoli […] hanno causato la rovina propria, della loro prole, degli animali, e dei prodotti della terra […] così come di uomini e donne, delle greggi e delle mandrie, delle vigne e dei frutteti […] che essi hanno tormentato e torturato, infliggendo orribili dolori e angosce, sia spirituali che materiali, a uomini, mandrie, greggi, e animali, impedendo agli uomini di procreare e alle donne di concepire, e facendo in modo che nessun matrimonio potesse essere consumato; che, per di più, la fede stessa, che essi accolsero con il sacro battesimo, con bocca sacrilega rifiutano […] e si macchiano di molti altri abominevoli crimini e peccati […] dando uno scandaloso e pernicioso esempio alle popolazioni.»
Insomma, una iattura vera e propria, con queste streghe e stregoni impossessati dal demonio, che rovinano tutto quanto era intorno a loro.
Per questa lotta contro queste persone che avrebbero generato tali disgrazie in terra tedesca Innocenzo VIII nominò Heinrich Kramer e Jacob Sprenger, frati predicatori domenicani, come inquisitori. I due chierici, sono anche gli autori di quello che per secoli è stato il manuale vero e proprio per affrontare la caccia alle streghe, il Malleus Maleficarum (Il Martello delle Streghe). Per l’epoca si trattò di un vero caso editoriale, con oltre 35 mila copie stampate e 34 edizioni! Si tratta insomma di un vero e proprio libro scritto per capire al meglio chi fossero le streghe, quali erano i loro comportamenti e infine anche delle istruzioni per la cattura, la detenzione, la tortura e l’eliminazione di queste donne.
La caccia iniziò proprio in quel periodo, poiché fino ad allora la magia era parte integrante della società e non era mai stata vista come simbolo del diavolo, quanto piuttosto come un rito “naturale”. Proprio l’accomunare di questa pratica all’eresia fece scatenare quella che si può giudicare a posteriori, una vera e propria caccia…alle donne. Addirittura in questo libro veniva sottolineato come anche solo il pettegolezzo pubblico bastasse per essere condotti a processo e di come anche una difesa troppo passionale, fosse il sintomo che pure er difensore della strega, poraccio, potesse essere sotto l’effetto dell’incantesimo diabolico della donna. Sostanzialmente una volta arrivate davanti alla sbarra queste persone, erano quasi sicuramente condannate al rogo. Le cose più terribili che prima del processo gli accusati potevano subire erano sicuramente le torture: una di queste era la rasatura attraverso il ferro infuocato alla ricerca dello stigma diaboli, ovvero una parte del corpo delle streghe in cui esse non sentivano il dolore. Quello era, secondo gli inquisitori la prova evidente che queste fossero entrate in contatto con il demonio e fossero loro servitrici. ‘Na pazzia ‘nsomma! Una brutta pagina della storia dunque, che forse va dimenticata in fretta!
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