Anche ai tempi di Giulio Cesare c’era la ZTL a Roma
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Era il 1992 e la Vodafone riceveva da un pc il primo sms della storia: cosa si saranno detti?
Anni ’90, alla radio suonano gli Oasis, i Take That e i Nirvana; la gente può ancora fumare nei locali pubblici, può affittare una videocassetta e ha bisogno di stampare le foto, per poterle vedere; per telefonarsi, esistono ancora le cabine telefoniche a gettoni, il cellulare, strumento ancora ignoto, è in mano a pochissimi fortunati e, nel frattempo, il karaoke di Fiorello impazza per le strade e le piazze di tutto il bel paese. Ma è il 1992, l’Italia di Paolo Rossi festeggia la decade della vittoria dei mondiali dell’82 in Spagna, di lì a poco Nelson Mandela verrà liberato, e per la prima volta un trillo avvisa l’arrivo del primo sms della storia. Sullo schermo appare il nome dell’ingegnere britannico Neil Papworth, non siamo a Roma, ma il 3 dicembre e, da un computer, viene inviato il primo messaggino ad un cellulare, sulla rete GSM Vodafone. Sembra passata una vita, dai piccoli schermi tascabili in bianco e nero, eppure oggi, il primo sms al mondo, avrebbe compiuto appena 28 anni!
(Fonte: MobileWorld)
Segno zodiacale del sagittario, il primo sms vide la luce proprio in questo periodo, ché si sa, dicembre è un mese magico. Così, mentre le vie si riempiono di luci, le case di addobbi e l’aria fredda si fa improvvisamente ricca di calore, senza l’aiuto di un piccione viaggiatore e senza francobolli, un testo scritto arriva a destinazione, grazie all’uso di una rete. I fuorisede, intanto, cercano biglietti low cost per tornare a casa, le famiglie si preparano ai pranzi e alle cene più abbondanti dell’anno, e solo i bambini, di lì in poi, continueranno a munirsi di carta e penna, alla ricerca del regalo perfetto da chiedere all’uomo più morbido e rosso che ci sia. L’atmosfera oscilla tra la frenesia degli acquisti natalizi e il profumo dei primi panettoni o, meglio, dei primi pangialli; tra l’impazienza, per i doni sotto l’albero, e la calma dello stare tutti insieme. Qualche zia annota domande scomode, in vista delle tavolate, da fare allo scapolo di turno e tutti, o quasi, sono felici, perché sono in arrivo i giorni più mangerecci e unici del calendario.
Per questo, probabilmente colto dall’amore e dall’incanto di questo mese, l’ingegnere decise di scrivere soltanto “MERRY CHRISTMAS“: il primo sms di sempre augurava a tutti “buon natale”! E chi avrebbe mai pensato che un giorno saremmo arrivati ai social e «ai vocali di dieci minuti, soltanto per dirci quanto siamo felici e quanto è “signora” ‘sta felicità»?! Chi avrebbe mai pensato che quelle quattordici lettere avrebbero rivoluzionato il nostro modo di vederci, di sentirci e di stare insieme? Due sole parole, in uno spazio così limitato, avrebbero permesso alle persone di superare migliaia di km, restando comodamente sedute a casa propria! E quanti, oggi, utilizzano questi mezzi tecnologici per trovarsi, come direbbe De Gregori “sempre e per sempre dalla stessa parte“? Ce ne rendiamo conto, soprattutto di questi tempi: nell’incertezza delle condizioni colorate, a cui siamo sottoposti, messaggi, video e foto, spedite con un semplice tocco, sono una salvezza. Lo sono per chi vive nel precario mondo delle relazioni a distanza, per chi deve informarsi urgentemente su qualcosa, per chi non vuole disturbare ma vuole comunque informare l’altro e pure per chi ha paura di confrontarsi vis à vis. Per non parlare, dell’evoluzione dei messaggi in notifiche di ogni tipo! Insomma, chi avrebbe mai pensato a tanto? E, invece, eccoci qui, anche quest’anno nella perenne, scontata, solita circostanza dell’ormai gettonassimo risposta: “a te e famiglia“!
(Fonte: HDblog)
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