I cimiteri di Roma: dei musei a cielo aperto di riposo
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Chiesa di Sant’Ignazio, Roma: tutti conoscono la famosa cupola, ma hai mai attraversato il Corridoio del Pozzo, l’unico della città che “ti segue”?
Tutti conoscono la spettacolare illusione ottica della finta cupola della Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, ma quanti hanno sentito parlare del suo Corridoio del Pozzo? Eretta su disegno del matematico gesuita Orazio Grassi, in base ai progetti del Maderno, infatti, la chiesa cela al suo interno più di un segreto pittorico. Pochi sanno che il frate pittore Andrea Pozzo, prima di dipingere la falsa cupola, si occupò di realizzare un’opera d’arte ancor più suggestiva: gli affreschi del corridoio che conduce alle quattro stanze della Casa professa dei gesuiti. Laddove, cioè, il santo Ignazio di Loyola visse i suoi ultimi 12 anni fino alla morte, datata 1556; e il Borgognone, autore anche de Il miracolo dei pani e dei pesci in Santa Croce, realizzò alcuni fra i suoi affreschi più belli.
Perché è speciale quello che, ad un primo veloce sguardo, sembra essere solo un semplice luogo di passaggio? Cos’ha di diverso questo corridoio dagli altri corridoi di Roma?
Per accedere alle camere in cui Sant’Ignazio trascorse l’ultimo periodo della sua vita, si devono attraversare ben tredici metri e mezzo di corridoio. Tuttavia, quello che appare come un luogo di passaggio, stretto e lungo, si rivela essere l’ennesima dimostrazione della genialità creativa dell’artista Andrea Pozzo.
Mentre si cammina, ad ogni passo, l’affresco sembra muoversi intorno a noi, quasi ci seguisse: le travi dipinte sulla volta si curvano; le mensole che le sorreggono sembrano cadere; e le architravi sembrano piegarsi. In altre parole, le pitture dei miracoli del santo paiono deformarsi, trasformarsi in vere e proprie creature mostruose e il pavimento, ai nostri occhi, comincia a diventare sempre più scosceso. Più si avanza in questo corridoio più l’ambiente cambia, insomma, seguendo i nostri movimenti. Lo spazio trasfigurato del corridoio non dà solo l’impressione di essere più lungo, ma sembra camminare insieme a noi.
Per questo, molti definiscono il corridoio, e l’effetto prospettico della sua architettura, come una sorta di pellegrinaggio ignaziano. Solo alla fine, dopo esservi sottoposti alla trasformazione e alla magia degli affreschi del Corridoio del Pozzo, potrete raggiungere le stanze. È qui che sono conservati i cimeli, i suppellettili e una statua del santo spagnolo che fondò la Compagnia di Gesù. È qui che, in vista della celebrazione dell’anno Igniziano, quello fra il 1990 e il 1991, un team di oltre cinquanta persone lavorò ad un grandioso restauro, per quasi due anni!
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