“Narciso, la fotografia allo specchio”, una mostra che riflette sul concetto del doppio
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Il barocco è effettivamente uno stile e un genere d’arte che ha rivoluzionato l’aspetto di Roma, che dopo un millennio l’ha riportata allo splendore architettonico dell’impero romano. Al di là delle architetture e delle sculture c’è una chiesa che custodisce uno dei più grandiosi dipinti dell’età barocca romana, scopriamo insieme qual è.
Tra la fine del ‘500 e il ‘600 i grandi nomi dell’arte mondiale, ricordati ancora oggi nei libri di storia dell’arte, sono passati a Roma, da Caravaggio a Artemisia Gentileschi, da Bernini a Borromini (LINK galleria spada). Un altro artista barocco che a lasciato il suo segno nella città eterna è Andrea Pozzo; la chiesa dedicata a Sant’Ignazio di Loyola, tra Pantheon e via del Corso, conserva due suoi capolavori incredibili, la Gloria di Sant’Ignazio nella volta e l’affresco della finta cupola.
Già dall’esterno la facciata della chiesa è imponente e se non ci fosse lo slargo proprio lì davanti, difficilmente si riuscirebbe a vederla in un unico colpo d’occhio. Appena entrati non possiamo che rimanere affascinati dalla ricchezza e dall’immensità della chiesa, ma alzando subito lo sguardo al cielo ci rendiamo conto che qualcosa di grandioso è sopra le nostre teste. L’affresco portato a termine da Andrea Pozzo tra il 1691 e il 1694 è semplicemente stupefacente. La tecnica del pittore trentino e la sua bravura annienta praticamente la volta, che sembra non esistere, rappresentando un cielo limpido pieno di santi e profeti, con al centro proprio Sant’Ignazio. Qualsiasi nostra descrizione non riuscirà a rendere la meraviglia che avrete di fronte a questo affresco. Per guardare per bene questa volta dovrete mettervi al centro della navata, segnalata a terra sul pavimento, dopo di che alzando lo sguardo potrete rimanere per qualche minuto a bocca aperta. Se tenete gli occhi posizionati sull’affresco e vi muovete avanti e indietro lungo la navata assisterete a un altro effetto illusionistico che vi lascerà come un baccalà, come si dice a Roma. Le colonne dipinte ai lati della volta mentre camminate sembreranno allungarsi verso il cielo o rimpiccolirsi e cadervi addosso proprio per la tecnica della prospettiva utilizzata per dipingere quest’affresco. Un capolavoro che non smettereste mai di guardare!
Se credevate che fosse finito qui lo spettacolo all’interno di questa chiesa vi sbagliavate di grosso. Poco più avanti infatti, all’incrocio tra il lato lungo e il lato corto della chiesa siamo soliti avere sopra la nostra testa una cupola, fatta soprattutto per illuminare i grandi spazi interni delle chiese. E qui sempre Andrea Pozzo, stupisce ancora per un altro gioco prospettico. Avanzando dalla navata troverete sempre un punto segnato sul pavimento da cui guardare al meglio la cupola della chiesa. Niente di particolare fin qui, ma se ci spostiamo da questo punto ci accorgiamo che la cupola…si piega! No, non state delirando, né state impazzendo è un altro effetto ottico costruito dal pittore, poiché in realtà la chiesa di Sant’Ignazio una cupola non ce l’ha affatto. Per compensare dunque a questa grande mancanza l’architetto e pittore Andrea Pozzo l’ha dipinta su una tela con un diametro di 17 metri, in modo tale che i fedeli e chiunque entri nella chiesa, non percepisse la mancanza di questo elemento architettonico. E voi sapevate di questi giochi prospettici?
Se ne conosci altri segnalaceli!
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