Che FamoIl parchimetro: quello strano oggetto sulle strade
Tutti i romani (di nascita e d’adozione) sanno bene che vivere nella Città Eterna non è sempre rose e fiori: anzi, soprattutto quando si tratta di parcheggiare, i livelli di stress si innalzano inesorabilmente. Se già rimanere imbottigliati nel traffico è uno dei timori più concreti con cui dover fare i conti se si usa l’auto per spostarsi, Roma, con i suoi vicoletti, i sensi vietati e le ZTL, è un vero e proprio incubo per gli automobilisti quando si tratta di trovare parcheggio: l’unico a venire in soccorso del guidatore stressato è il parchimetro, del quale il 16 luglio ricorre l’ottantaseiesimo anniversario dall’invenzione.
Il primo parchimetro del mondo
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Oggi, dunque, parliamo della storia di questo piccolo aggeggio che permette di completare correttamente la sosta (evitando di trovare, al nostro ritorno, una bella multa incastrata tra i tergicristalli) pagando un semplice ticket. Come si può immaginare, la nascita di queste colonnine che a volte sembrano nascondersi e dislocarsi apposta il più lontano possibile da dove abbiamo parcheggiato il nostro veicolo è relativamente recente. Il luogo dell’avvenimento che avrebbe cambiato e risolto i problemi del traffico cittadino è uno degli Stati Uniti d’America, dove si inizia a guidare già a sedici anni. Quello installato per la prima volta il 16 luglio del 1935 a Oklahoma City, Oklahoma, è stato infatti il primo parchimetro a moneta della storia. Posizionato in corrispondenza del posteggio, il rivoluzionario dispositivo funzionava praticamente come i moderni parchimetri e si attivava inserendovi cinque centesimi: la lancetta passava così da un estremo all’altro di un arco, segnando il tempo del periodo di sosta pagato (tra quindici minuti e un’ora), superato il quale se non si spostava la macchina si rischiava la multa.
(Quasi) senatore e inventore
Il dispositivo studiato per pagare la sosta autorizzata di veicoli e motovetture era stato ideato nel dicembre del 1932 dall’avvocato e inventore Carl Magee, con una richiesta di brevetto deposta il 13 maggio del 1935. Magee, che si occupava anche di editoria e giornalismo, era nato in Iowa nel 1872: dopo aver combattuto nella Prima Guerra Mondiale, nel 1922 fondò il quotidiano Magee’s Independent, con sede ad Albuquerque. Occasionalmente candidato come senatore, Carl partecipava attivamente alla vita cittadina: quando si trasferì ad Oklahoma City, dove era impiegato presso la Commissione per il traffico della Camera di commercio cittadina, continuò a portare avanti la carriera giornalistica, cambiando il nome del suo quotidiano in The Oklahoma News.
Park-o-Meter
È questo il nome con cui Magee presentò alla Commissione la sua invenzione: pochi mesi prima era stato incaricato di trovare una soluzione per il problema del traffico stradale in centro città, dove le auto di residenti e commercianti restavano parcheggiate anche giorni interi rendendo impossibile trovare un posteggio per gli avventori occasionali o coloro che dovevano fare solo brevi soste per acquisti e commissioni. La sua soluzione sembrò accontentare tutti: l’idea di far installare un attrezzo per pagare una sosta a tempo permise di snellire gli ingorghi di automobilisti a caccia di un parcheggio, di rimpinguare le casse comunali e di generare una svolta senza precedenti nella vita del suo inventore. Il sistema ideato da Magee, infatti, riscosse un successo straordinario e si diffuse a macchia d’olio in tutti gli States. Per monetizzare sul suo brevetto, Magee aprì nel 1936 una fabbrica di parchimetri, vendendoli ai municipi al prezzo di 23 dollari l’uno. Attualmente, i parchimetri di questo tipo sono ancora utilizzati e se ne contano oltre cinque milioni sparsi su tutto il territorio americano. Con trent’anni di ritardo, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta del Novecento, l’invenzione di Magee prenderà piede anche in Italia.