“Sto a fa’ la colla”, il lamento romanesco di chi soffre di caldo
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Non è solamente il venditore dei polli, ma è anche la salvezza per chi va di fretta, dato il cibo veloce ma gustoso che propone. Ma come si chiama in italiano?
Oggi chi va di fretta e non ha tempo per cucinare, lo considera la sua salvezza. Andando da lui, può infatti acquistare del cibo caldo e poi decidere se gustarlo lì oppure se portarlo a casa e mangiarlo comodamente. Pare però che tempo fa questa figura abbia avuto un ruolo diverso.
Oggi il “pollarolo” è chi vende prodotti come polli arrosto, supplì, paste al forno e verdure calde, ma sembra che diversi anni fa vendesse semplicemente il pollame e le uova. Solitamente si trovava nei mercati con una sua bancarella, ma non aveva un negozio, anche perchè era, nella maggior parte dei casi, un semplice contadino.
Oggi il “pollarolo” corrisponde quindi alla figura di colui che in italiano corretto viene inteso come “rosticciere”, ossia la persona che si occupa di vendere cibi pronti e caldi e che spesso ha una piccola tavola calda all’interno del suo negozio.
In altri casi il “pollarolo” si può tradurre con “pollaiolo”, ovvero con il venditore di polli, che però non vende la propria merce al bancone di un mercato, ma in uno spazio apposito, per esempio in un allevamento.
È sempre interessante scoprire come una semplice parola in dialetto come “pollarolo” possa in realtà avere più di un significato. Fa capire quanto può essere vasto il dialetto di un posto e quanto può essere bello andare a scoprirlo, a conoscere la storia e i tanti significati che si nascondono dietro alle sue parole.
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