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Il tesoro scoperto nelle ex strutture termali di Vicarello

foto di: Immagini prese dal web

La storia della scoperta del tesoro nelle strutture termali di Vicarello, risalenti a varie epoche dell’Antica Roma, con il maggiore ritrovamento di monete di tutti i tempi

Vicarello, l’origine di queste acque termali

Sono state per secoli fonte di acque termali, provenienti dal Lago Sabatino, e denominate Vicarello che alcuni, stando alla tesi dell’umanista Raffaello Volaterrano, avevano ipotizzato derivare da vicus Aurelii, villaggio risalente al tempo di Marco Aurelio, l’imperatore che si credeva avesse fatto costruire una villa sulle rive del lago Sabatino per godere dei benefici delle calde acque che sgorgavano dalla fonte. I ruderi di una villa romana sono stati ritrovati ma da reperti archeologici si è potuto stabilire che la costruzione era una villa dell’imperatore Domiziano.

Le terme di Vicarello, dall’impero romano all’edificio del XVIII secolo

Le terme ancora durante l’impero furono frequentate e visto che nei pressi dell’impianto termale esisteva una fonte da cui sgorgava acqua in quantità, nel 109 d.C. l’imperatore Traiano decise di canalizzarla in un nuovo acquedotto, che dal suo nome fu denominato Aqua Traiana. Nell’Alto Medioevo invece l’area subì un lungo periodo di abbandono almeno fino a quando il territorio fu assegnato dai papi ai signori di Vico che nei pressi dei ruderi delle costruzioni preesistenti realizzarono una rocca fortificata. Dal 1573 fece parte di una tenuta che Papa Gregorio XIII aveva assegnato al Collegio Germanico Ungarico che nel 1737 decise di far costruire un edificio termale per sfruttare le acque della sorgente da cui fuoriesce acqua ad una temperatura di 45-50 gradi, che era considerata salutare per la cura di malattie e acciacchi.

La scoperta del tesoro di Vicarello

Nel 1852 durante la demolizione delle strutture dei bagni termali, fu ritrovato un deposito votivo in cui l’archeologo Giuseppe Marchi scoprì il maggiore ritrovamento di monete romane di tutti i tempi. Il tesoro di Vicarello era composto da 32 vasi, 12 tra statuine e piatti di metallo, 5.200 monete oltre a frammenti in bronzo; i vasi erano tutti di metallo prezioso, soprattutto d’argento ma anche d’oro e di bronzo stessi materiali dei piatti. La grande quantità di monete rimanda ai riti arcaici di offerta nelle acque di cui Plinio fornisce una descrizione riguardo alle Fonti del Clitunno dove si trovava il santuario, a cui era annesso un oracolo, l’acqua era talmente limpida e pura che si potevano contare le monete sul fondo.