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La basilica di San Lorenzo in Damaso, dall'epoca paleocristiana agli ultimi restauri

foto di: Immagini prese dal web

La basilica di San Lorenzo in Damaso ha avuto diversi restauri, la sua struttura interna è di due secoli fa ma la sua fondazione è dell’epoca paleocristiana, ecco alcune opere che ospita e la sua storia

La basilica di San Lorenzo in Damaso e i diversi interventi di restauro

Nel rione Parione, adiacente al palazzo della Cancelleria, si trova la basilica di San Lorenzo in Damaso. Stando alla tradizione sarebbe stata costruita dal pontefice intorno al 380. Donato Bramante la modificò alla fine del XV secolo su ordine del cardinale Raffaele Riario, durante i lavori di restauro con una nuova forma interna. Nel 1820, dietro indicazione di papa Pio VII, fu restaurata da Giuseppe Valadier, con l’attuale struttura, in parte danneggiata da un incendio che l’ha colpita nel 1944 e che ha reso necessario interventi di restauro.

La basilica di San Lorenzo in Damaso e i rinvenimenti recenti

Scavi sotto il cortile del palazzo avvenuti alla fine del secolo scorso hanno rivelato i primi strati della fondazione del plesso, tanto che la basilica, costruita sotto il pontificato di Damaso I, era una delle più importanti chiese paleocristiane di Roma, con la particolarità di una navata trasversale dietro l’abside, con portici che la circondavano. Adesso la chiesa è a tre navate, divise da pilastri quadrangolari, introdotte da un vestibolo a cinque navate.

La basilica di San Lorenzo in Damaso e alcune opere che ospita, da quadri a statue

La basilica dispone di diverse cappelle laterali con la presenza di alcune tombe di personaggi di spicco del mondo politico e religioso. La navata centrale termina con l’abside semicircolare, al centro della cui conca si trova un grande dipinto ad olio di Federico Zuccari raffigurante l’Incoronazione di Maria e dei santi. Sotto l’altare maggiore sono custoditi i corpi dei santi Eutichiano e Damaso, mentre alla sua sinistra c’è una statua di sant’Ippolito, copia di quella che si trova nel Museo lateranense.