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La Basilica di San Nicola in Carcere, una lunga storia di fede


Dalle ceneri di antichi templi romani sorge la magnifica Basilica di San Nicola in Carcere: una lunga storia intrisa di leggende, fede e aneddoti che la rendono tra le chiese più affascinanti della Capitale

Da antichi templi romani fino allo stato attuale

San Nicola in Carcere si trova vicino al Foro Boario e al teatro di Marcello nel quartiere Ripa. La chiesa fu edificata sopra le rovine di tre antichi templi romani. Una leggenda assai diffusa nel medioevo, racconta che uno di questi templi fosse dedicato alla Pietà, per il fatto che una matrona romana avrebbe qui nutrito sua madre, che era tenuta in prigione e condannata a morirvi di fame, col latte delle sue mammelle. A questa dea fu eretto nel 604 di Roma da Acilio Glabrione per la vittoria riportata alle Termopili contro Antioco e di quell’edificio sono rimasti la trabeazione in peperino a sinistra e le due colonne della facciata. Nel 1599 il cardinale Pietro Aldobrandini la riedificò dalle fondamenta riducendola allo stato attuale con architettura di Giacomo della Porta.

Gli interni, dagli affreschi alle antiche colonne

La basilica rispetta ampiamente i canoni architettonici utilizzati per la costruzione delle antiche chiese romane. L’interno è a tre navate divise da colonne che appartenevano ai precedenti templi e con un magnifico soffitto ligneo a lacunari. Davanti al baldacchino si trova una bellissima urna di porfido verde. La punta dell’ala sinistra è occupata dall’Ascensione di Lorenzo Costa. Gli affreschi dell’abside risalgono al 1865. La Trinità sulla parete ovest è attribuita a Guercino. Troviamo anche una Madonna col Bambino di Antonio Romano. Da sottolineare anche un’antica iscrizione del 1088 con l’elenco dei doni fatti alla chiesa al tempo di Urbano II.

I sotterranei e il perché di questo nome

Il titolo della chiesa deriva da una prigione romana che vi era nelle vicinanze e di cui si trova menzione fino al pontificato di Adriano I nell’VIII secolo. Al tempo della Repubblica Romana, l’area era occupata dal Foro Olitorio dove veniva venduta la frutta e la verdura. Il campanile è una ristrutturazione di una torre dei Pierleoni, famiglia che nell’XI secolo si stabilì nel distretto, tra il Campidoglio e l’Isola Tiberina. Nei sotterranei a volta della chiesa, che nel Medioevo serviva da necropoli, sono ancora visibili i podi dei templi, due stretti vicoli che li separavano e le mura medievali.