Turisti Nella Capitale: Sindrome di Stendhal
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La Chiesa di San Giovanni a Porta Latina presenta un ciclo di affreschi che rappresenta uno degli esempi maggiori di pittura medioevale di Roma e ha subito nel corso della storia diverse ristrutturazioni che l’hanno portata alla sua struttura originaria
Nel centro storico di Roma, nell’omonima via nei pressi delle mura aureliane, all’estremità Sud del Rione Celio, si trova la chiesa di San Giovanni a Porta Latina, la cui costruzione risale alla fine del IV secolo su ordine di Gelasio I, come indicato dai inscrizioni di Teodorico il Grande, che regnò a Roma dal 493 al 526, sulle piastrelle più antiche. Ha subito diversi restauri e ammodernamenti fino all’ultimo datato XIII secolo, con l’aggiunta di un nuovo campanile a sei ordini di trifore e di un nuovo ciclo di affreschi con ben 46 scene bibliche sia dell’Antico che del Nuovo Testamento, che rappresenta uno degli esempi maggiori di pittura medioevale della Capitale realizzati prima del periodo della scuola romana dei Cavallini.
Nel 1578 un gruppo di portoghesi fondò in questo edificio una sorta di confraternita e qua celebrava i propri riti. Furono eseguite ben sette condanne a morte per rogo come è riportato da due critici e storici del tempo. Nel 1657 la ristrutturazione fu affidata a Borromini, che trafisse la navata con sei finestre. Un rifacimento avvenuto nel 1940 ha riportato la chiesa alle sue antiche caratteristiche medievale, quando fu assegnata ai Rosminiani, che oggi nel convento adiacente hanno la curia dove risiede il moderatore generale della congregazione e lo studentato internazionale.
La chiesa è preceduta da un cimitero, ombreggiata da un grande cedro e con un pozzo medievale tra due colonne, datato VIII secolo d.C. e che porta probabilmente iscrizioni di epoche ulteriori. Il portico esterno segna il livello originale dell’edificio, quello medioevale e insieme alle navate della chiesa è sostenuto da colonne di spoglio appartenenti, secondo la leggenda, ad un tempio di Diana mentre all’interno è ospitato un organo a canne a trasmissione elettrica e 11 registri.
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