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Il calendario romano prevedeva molti giorni di festa dedicati agli dei. Tra questi vi era il 30 novembre, un giorno ricordato soprattutto dai pagani come quello dedicato alla dea Diana ed alle tante funzioni che aveva.
Ai tempi antichi i romani veneravano numerosi dei, ognuno dei quali aveva una funzione ed una festa specifica. Il calendario romano era quindi ricco di giornate dedicate agli dei, durante le quali non si faceva altro che onorare la divinità. Anche il 30 novembre era quindi un giorno di festa ed era dedicato a Diana la dea della caccia.
In questa giornata e durante il 13 agosto i romani salivano sul Colle Aventino e compievano dei sacrifici alla dea, che era considerata la madre di tutti. Ogni persona di qualsiasi ceto sociale poteva quindi partecipare alla festa, persino gli schiavi. Diana poi era la protettrice degli animali, delle donne incinte ed era custode di fiumi e torrenti. Non era però una divinità nata dalla religione romana, perchè le sue origini erano cretesi. Si chiamava un tempo Callimaco ed era una ninfa che un giorno si gettò nel mare da un monte, perchè inseguita da Minosse. Venne però salvata da un gruppo di pescatori tramite una rete.
La figura di Diana corrisponde anche a quella di Proserpina, la donna che fu rapita da Plutone il dio degli inferi che se ne era innamorato perdutamente. Veniva considerata come la dea luna nera, perchè quando discese negli inferi insieme a Plutone, anche lei divenne la dea dei morti e della morte. È quindi associata a diverse cose e forse è anche per questo che la dea è considerata la madre di tutti.
Diana quindi ha due giorni a lei dedicati, che sono il 13 agosto ed il 30 novembre. La prima giornata è presente nel calendario romano, mentre la seconda è pagana. Diana comunque veniva adorata per le sue funzioni di madre, di dea lunare e di signora inferi, per questo motivo la sua festa era davvero particolare. Le sacerdotesse durante la notte della festa facevano dei riti portando un ombrello, affinchè non venissero colpite dai raggi della luna che le faceva impazzire. Durante il giorno veniva invece organizzata una grande battuta di caccia nella quale venivano uccisi molti animali selvatici che erano poi cotti e mangiati accompagnati da un buon calice di vino.
Ai tempi ancora più antichi invece le fanciulle creavano delle altalene nei boschi, nelle quali dondolavano ricreando i movimenti lunari. Tutti questi riti erano svolti principalmente di giorno e tutti vi potevano partecipare. Durante la notte venivano oganizzate invece delle cerimonie tenebrose che terminavano con dei riti magici che venivano fatti nei cimiteri.
La Chiesa però non amava tutti questi rituali, per questo motivo aveva istituito la Santa Inquisizione che aveva portato alla morte tutti i seguaci della dea. La gente era così spaventata dal potere della chiesa che non osò più dedicare un culto alla dea.
Alcune credenze portano invece ad assimilare Diana alla nostra cara Befana, la nonnina che la notte del 5 gennaio porta a tutti i bambini dolciumi o carbone a cavallo di una grande scopa volante. I romani pensavano che Diana la notte del 5 gennaio volasse sui cieli della Capitale per benedire i campi affinchè facessero un buon raccolto. La Chiesa considerava questa dea malefica eppure i romani e soprattutto i contadini continuavano a credere in questa buona vecchina che benediceva i campi.
Diana era quindi una dea che veniva rappresentata come una signora anziana dotata di un arco ma anche di corona con un ciondolo a forma di luna, che simboleggiava i suoi poteri lunari.
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