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La chiesa di San Salvatore in Onda è visibile nella versione restaurata ma conserva la cripta di origine medievale e alcuni elementi della struttura primitiva, scopriamo la sua storia e come mai si chiama così
Nel rione Regola e in via dei Pettinari a Roma si trova la chiesa di San Salvatore in Onda, di origini antiche, risalente alla fine dell’XI secolo o gli inizi del XII e menzionata per la prima volta in una bolla di papa Onorio II del 1127, la quale, fra i sacerdoti romani, nomina il sacerdote Crescenzio che dimorava in questo edificio. Il nome deriva dalle numerose inondazioni del Tevere che interessarono in passato la zona. La chiesa e il convento sono poi stati donati ai Frati Minori Conventuali nel 1445 mentre l’ultima cessione è stata fatta da parte di papa Gregorio XVI a Vincenzo Palotti nel 1844.
A questo periodo risalgono importanti lavori di restauro con l’innalzamento del pavimento e il ripristino delle colonne e dei capitelli della struttura primitiva grazie ai rifacimenti che sono stati eseguiti dall’architetto Luca Carimini. All’interno la chiesa è a tre navate e divisa da dodici colonne. Al centro dell’abside si trova la Madonna col bambino di Cesare Mariani, mentre nell’altare laterale si trova la Virgo Potens, immagine donata dalla beata Elisabetta Sanna, sepolta proprio nella chiesa.
Sotto il presbiterio si trova invece la cripta, di origini medievali, e facente parte della primitiva chiesa. Essa è a pianta rettangolare con tre piccole navate divise da colonne romane con volte a crociera e con un grande capitello corinzio a svolgere la funzione di altare. Infine nella cantoria della controfacciata è possibile ammirare l’organo a canne datato 1949 a trasmissione elettrica con 23 registri disposti su due manuali e pedale.
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