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La Chiesa di Santa Maria Liberatrice è l’unica parrocchia presente nel quartiere Testaccio, costruita all’inizio del Novecento per volere del pontefice e con recenti affreschi che ornano l’abside e la facciata
La Chiesa di Santa Maria Liberatrice è l’unica parrocchia presente nel quartiere Testaccio di Roma. Affidata ai salesiani, la sua costruzione risale ai primi del Novecento in un periodo in cui la popolazione della zona era in prevalenza di estrazione operaia e l’edificio religioso segue il progetto di promozione culturale imposta dal sindaco di allora Ernesto Nathan che volle riqualificare il rione. Il prospetto della Chiesa è opera dell’architetto Mario Ceradini.
Il papa volle che questa nuova chiesa fosse particolarmente legata alla memoria della popolazione romana e per questo le diede il titolo di Santa Maria Liberatrice, che era appartenuto alla chiesa omonima costruita nel XIII secolo sopra le rovine di Santa Maria Antiqua al Foro, distrutta nel 1899. Il pontefice decise di donare al plesso l’immagine di Sancta Maria libera nos a poenis inferni, affresco antichissimo custodito dopo l’abbattimento dalle Oblate di Tor de’ Specchi, il cui stemma orna la chiesa attuale insieme a quello dei Salesiani e di Pio X.
L’interno, suddiviso in tre navate grazie a colonne con capitelli decorate con i simboli degli evangelisti, presenta la parte centrale del pavimento ornata da un mosaico in bianco e nero con frammenti di marmi policromi e con motivi ad elementi geometrici e all’interno di alcuni riquadri dei simboli zodiacali. Tra il 1956 ed il 1964 Luciano Bartoli realizzò sia l’affresco absidale, in cui sono raffigurate in basso opere di misericordia e in alto la Trinità e l’Incarnazione, sia le vetrate policrome della facciata con gli Episodi della vita della Vergine.
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