I colli di Roma non sono 7 ma molti di più
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Costruita nel corso del ‘500 su un progetto iniziale di Raffaello, la chiesa di Sant’Eligio degli Orefici ha una facciata ricostruita il secolo successivo, l’interno a croce greca, una cupola emisferica e molti affreschi
La chiesa di Sant’Eligio degli Orefici si trova nel rione Regola, nei pressi di via Giulia, a Roma. Costruita dall’Università degli Orefici e Argentieri, accanto al palazzo tutt’ora sede del Nobil collegio degli orafi e degli argentieri della Capitale. Su un iniziale progetto di Raffaello i lavori furono svolti tra il 1509 e il 1575, tempi quindi lunghi per portarla a termine, grazie al contributo di Baldassarre Peruzzi e Aristotele da Sangallo e poi è stata soggetta a vari restauri, necessari a causa delle continue esondazioni del vicino Tevere, una convivenza difficile per il plesso, costretto a danni perenni.
La facciata originaria crollò nel 1601 e fu rifatta nel 1620 da Giovanni Maria Bonazzini, completando i disegni realizzati dall’artista Flaminio Ponzio. L’interno è a croce greca, con una cupola emisferica su tamburo che è attribuibile anch’essa a Baldassarre Peruzzi. Gli affreschi nell’abside sono di Matteo da Lecce e Taddeo Zuccari, negli altari laterali troviamo a sinistra una Natività di Giovanni de Vecchi e a destra un’Adorazione dei Magi di Giovanni Francesco Romanelli.
La chiesa ospita i monumenti funebri di due maestri artigiani. Nel 1722 è stato sepolto Giovanni Giardini di Forlì, accademico di San Luca, argentiere dei palazzi Apostolici e cappellano del sodalizio, otto anni dopo, in memoria di un confratello valoroso e illustre, la copia della lapide di Bernardino Passeri, orafo romano tra i fondatori del sodalizio, morto combattendo con i Lanzichenecchi in Borgo durante il sacco di Roma del 1527.
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