La Fontana della Botticella, il simbolo di un mestiere e di un vecchio porto
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La basilica di Sant’Agostino è una delle prime chiese del Rinascimento costruite a Roma, la sua facciata è realizzata col travertino proveniente dal Colosseo e ospita al suo interno un’opera di Caravaggio e una di Raffaello
La basilica di Sant’Agostino si trova nel rione Sant’Eustachio, dietro Via della Scrofa. La costruzione dell’edificio risale al XIV secolo, quando gli agostiniani decisero di costruire una nuova struttura per il loro convento e di dedicarla a Sant’Agostino. Trovò inizialmente dei problemi da risolvere, dettati dallo spazio troppo piccolo rispetto alle esigenze della confraternita, sia per il fatto che era spesso soggetta alle piene del fiume Tevere, motivi per cui il cardinale Guillaume d’Estouteville edificò alla fine del 1400 l’attuale basilica.
La facciata, ispirata alla chiesa di Santa Maria Novella di Firenze, è stata da alcuni attribuita a Leon Battista Alberti e venne costruita nel 1483 da Jacopo da Pietrasanta utilizzando il travertino proveniente dal Colosseo. Il convento, il chiostro e le volte laterali sono state costruite invece nel XVIII secolo. L’interno della basilica è a tre navate, suddivise da pilastri, con dieci cappelle laterali, transetto e abside, affiancata da altre quattro cappelle. È una delle prime chiese romane costruite nel Rinascimento ed ospita la Madonna di Loreto, detta anche Madonna del Pellegrini, uno dei più noti capolavori del Caravaggio che donò l’opera alla chiesa come ringraziamento per l’asilo concesso. Il pittore infatti vi si rifugiò per fuggire all’arresto dopo aver ferito a piazza Navona un aiuto notaio.
La chiesa ospita un lavoro del Guercino con i Santi Agostino, Giovanni Battista e Paolo l’Eremita, il famoso affresco del Profeta Isaia di Raffaello. Presente anche la statua della Madonna del parto di Jacopo Sansovino che, secondo la tradizione popolare, sarebbe miracolosa. Tale statua, secondo una leggenda, sarebbe stata realizzata adattando un’antica effigie di Agrippina che teneva fra le braccia il piccolo Nerone. Tale opera è oggetto di un irriverente sonetto di Gioacchino Belli.
La chiesa ospita, inoltre, alcune sepolture illustri: oltre a quella di Santa Monica, i cardinali Lorenzo e Renato Imperiali, la penultima figlia di Lorenzo il Magnifico Contessina de’ Medici, in passato erano presenti anche le spoglie di famose cortigiane, come Fiammetta, amante preferita di Cesare Borgia. Le cortigiane erano assidue frequentatrici della Basilica, al punto da avere dei banchi dedicati nelle prime file, per evitare che i fedeli, guardandole, si distraessero durante le cerimonie religiose.
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