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La fontana del trullo, da piazza del Popolo a Nicosia, dal Rinascimento al suo rifacimento

foto di: Immagini prese dal web

Tra le fontane rinascimentali più antiche di Roma, quella del Trullo ha cambiato più volte sistemazione e struttura e porta con sé gli stemmi di due importanti casate pontificie

La fontana del trullo, il progetto originario e il perché fu costruita

La fontana del trullo è tra le più antiche di Roma, realizzata nel 1572. La sua prima collocazione fu piazza del Popolo dalla quale fu tolta nei primi anni del XIX secolo a seguito della risistemazione della piazza e, dopo alterne vicende, trovò sistemazione definitiva, dal 1950, in piazza Nicosia. Subito dopo il restauro dell’acquedotto dell’Aqua Virgo, terminato nel 1570, furono iniziati i lavori per una ramificazione sotterranea secondaria del condotto, in modo da raggiungere l’area dell’antico Campo Marzio e la prima ad essere commissionata, da papa Gregorio XIII, fu proprio questa, progetto di Giacomo Della Porta. mentre le scultore sono opera del francese Giovanni Leminard che utilizzò marmi ricavati da reperti archeologici dell’antica Urbe.

La fontana del trullo e la sua struttura architettonica

Il plesso era costituito da due catini di diverso diametro da cui l’acqua precipitava in una vasca inferiore di forma ottagonale, poggiata su una base di tre gradini della stessa forma. Il catino più grande era ornato con bassorilievi che raffiguravano un drago con le ali aperte, lo stemma del pontefice in carica. Inizialmente pensata per il centro della piazza, le sue modeste dimensioni fecero sì che si optò per un suo decentramento nella pianta mentre al suo posto fu sistemato l’obelisco voluto da papa Sisto V nel 1589.

La fontana del trullo, dove e come la possiamo ammirare oggi

Giuseppe Valadier ristrutturò nel ‘800 la piazza come la vediamo oggi e la fontana fu rimossa e posizionata sul Gianicolo, davanti alla chiesa di San Pietro in Montorio, dove però rimase solo una ventina d’anni prima di essere nuovamente rimossa, smontata e riposta in un magazzino comunale. Nel 1940 furono ricostruiti i due catini superiori andati perduti e ai bassorilievi con lo stemma di papa Gregorio XIII furono alternati altri raffiguranti quello della famiglia Borghese, cioè un’aquila con le ali aperte.