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Le panchine letterarie di Labaro, l'iniziativa del Comitato di Quartiere

foto di: Immagini prese dal web

Il Comitato del quartiere Labaro, la zona a Nord di Roma, trasforma antiche panchine in opere d’arte, scopriamo questa curiosa e apprezzata iniziativa popolare per valorizzare gli spazi verdi

Labaro, le panchine letterarie, il ricordo di Livia Drusilla

Il Comitato del quartiere Labaro, la zona a Nord di Roma, trasforma antiche panchine in opere d’arte. Frasi dei grandi della letteratura, di scrittori locali e simboli che esprimono l’amore per il quartiere abbelliscono le panchine del quartiere. Attualmente si possono vedere tre panchine letterarie ma ne verranno realizzate altre. Una panchina è stata dedicata proprio a Labaroin via Brembio (I love Labaro); un’altra, in piazza Arcisate, è in ricordo di Livia Drusilla e “se ci fate caso al tramonto la piazza trattiene sempre un po’ di meraviglia”, “Ogni volta che si entra nella piazza ci si trova in mezzo a un dialogo (Italo Calvino) e “Sono altri le strade, io sono una piazza, non porto in nessun posto, io sono un posto”.

Labaro e la panchina dell’amore

La panchina dell’amore si trova in via Gemona del Friuli dove si citano Torquato Tasso, Dante e Pablo Neruda: “Perduto è tutto il tempo che in amor non si spende” (Tasso); “Mi prese del costui piacer sì forte che, come vedi, ancor non m’abbandona” (Dante); “Amare è così breve, dimenticare è così lungo” (Neruda). Le panchine sono state realizzate grazie all’impegno di alcuni residenti e non, di artisti e altri pittori improvvisati. Un’idea per creare un percorso letterario-artistico a tappe per i parchi e le vie di Labaro.

Labaro e l’obiettivo del progetto del comitato

Il Comitato di Quartiere di Labaro ha tra i suoi scopi la difesa del decoro urbano e la promozione dell’incontro e dialogo delle persone che vivono nella comunità locale. Luoghi come spazio simbolico di una identità condivisa che si nutre di memoria storica e di speranza di un futuro migliore che si vuole costruire insieme. Panchine che hanno bisogno spesso di manutenzione e di riconoscimento come piccolo spazio di sacralità.