I colli di Roma non sono 7 ma molti di più
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Roma è una città davvero particolare nella quale non mancano le cose strane da vedere. Tra queste vi è il Palazzo del Ragno, una struttura unica nel suo genere che si trova nel quartiere Coppedè.
Il quartiere Coppedè è una delle zone più belle di Roma, al cui interno vi sono una serie di palazzi davvero strani, tra cui il Palazzo del Ragno. Questo si trova in Piazza Mincio n 4 ed ha la particolarità di avere sul suo portone il disegno di un’enorme tela d’oro e di un ragno. Quest’ultimo rappresenta la laboriosità in quanto l’animale tesse senza fine le sue tele, come un’eterna Penelope e il suo significato è confermato dall’enorme scritta “Labor” che si trova al di sopra del palazzo.
La struttura del palazzo è di circa 4 piani ed al terzo vi è una balconata con una loggia nella quale vi è dipinto un cavaliere dai colori ocra e nero che si trova tra 2 grifoni. Tutti questi elementi rappresentano il coraggio e la forza e sono accompagnati da delle decorazioni che ricordano l’arte assiro-babilonese.
In corrispondenza di via Tanaro vi è poi una scritta in latino, con la quale l’artista elogia le arti antiche che sono da sempre le basi per quelle moderne; “Maiorum Exempla Ostendo Artis Preacepta Recentis” ovvero “Mostro gli esempi degli antichi come regole dell’arte moderna”.
Il Palazzo del Ragno è quindi un insieme di decorazioni dai diversi stili architettonici, che vanno dal rococò al gotico.
Al tempo stesso però sia la struttura che il quartiere che la ospita sono totalmente avvolte nel mistero e nel silenzio. L’arcata del Coppedè è come un portale che appena varcato allontana il visitatore dai rumori di Roma e lo fa accedere in una sorta di zona fantasma, priva di campanelli e di persone.
Chi visita il Coppedè si ritrova quindi in un quartiere dall’aria magica, circondato da piante rampicanti e gargoyles ma che al tempo stesso rilascia qualche brivido. Non stupisce infatti che in passato questo luogo sia stato il set perfetto per girare dei film horror.
A Piazza Mincio si affacciano diversi palazzi che sono ritenuti come strani ed affascinanti. Questi sono stati realizzati tutti da Gino Coppedè, al quale nel 1915 erano state commissionate diversi palazzi e palazzine. I lavori edili iniziano ma l’artista muore nel 1927 di conseguenza le costruzioni non terminate vengono concluse da Paolo Emilio Andrè, un uomo dallo stile decisamente più semplice rispetto al precedente.
Le opere di Gino Coppedè sono totalmente diverse rispetto allo stile tradizionalista e fascista che avvolge Roma in quegli anni, basta pensare al Palazzo delle Poste o al Colosseo Quadrato per avere un’idea. Lo stile di Coppedè invece è particolare, ricco di dettagli e decorazioni che rendono le sue creazioni quasi incantate.
Fortunatamente però le commissioni assegnate all’architetto non appartenevano al Comune di Roma ma a delle ditte private, di conseguenza l’artista poteva dare libero sfogo alla sua creatività senza adattarsi allo stile antico della terra dei papi. Aveva così dato vita a qualcosa del tutto innovativo ed eterogeneo, di unico nel suo genere.
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