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Vicino Roma, Bassano in Teverina, centro di origine etrusca nel cuore della Tuscia

foto di: Immagini prese dal web

In provincia di Viterbo si trova il borgo di Bassano in Teverina, abitato già in epoca etrusca, scopriamo la sua storia e i luoghi di interesse sia religiosi che civili, dalla Torre dell’Orologio all’antica Chiesa di Santa Maria dei Lumi

Le origini etrusche di Bassano in Teverina e il castello romano

Al confine tra il Lazio e l’Umbria, in una posizione dominante rispetto alla valle del Tevere, si trova il borgo di Bassano in Teverina, che nasce su uno sperone di tufo, nascosta dai poggi circostanti. Già abitato in epoca etrusca, è stato abbandonato durante la dominazione dei Romani, che avevano conquistato tutta la zona e fondarono qua il Castrum Amerinum, sito poi recuperato nella fase finale dell’Impero per difendersi dalle minacce degli Ungari.

La storia recente del borgo, dal primo documento medievale alla Seconda Guerra Mondiale 

Il nome di Bassano in Teverina compare per la prima volta agli inizi del secondo millennio in una donazione da parte della Contessa Matilde di Canossa del borgo al pontefice Gregorio VII. Diventa comune all’inizio del ‘300 ma sempre sotto il controllo della Santa Sede. Dopo la prosperità economica del ‘600 con la costruzione di numerosi edifici pubblici, arriva un declino demografico nei due secoli successivi. Ha subito gravi danni durante la Seconda Guerra Mondiale ed è stato in parte così inabitabile per alcuni decenni finché nel 2002 sono iniziate opere di recupero della parte antica con il consolidamento del costone tufaceo.

L’antica Chiesa di Santa Maria dei Lumi, la sua struttura e importanza storica

In corrispondenza della porta d’ingresso all’antico borgo del paese si trova la Torre dell’Orologio e la Chiesa di Santa Maria dei Lumi, costruita nel XII secolo. Caduta in disuso poco prima dell’unità d’Italia quando è stata costruita l’attuale chiesa parrocchiale dedicata a Maria Immacolata, è stata utilizzata per altre funzioni, da lazzaretto per i malati a deposito di grano. Riaperta al culto nel 1929 e con diversi restauri, è costruita con blocchi di peperino, ha un impianto a basilica, è di origine romanica e presenta tre navate divise in due file di sei colonne, collegate tra loro da archi a tutto sesto.