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Montalto di Castro è un borgo di antica origine nella Tuscia che conserva la sua struttura medievale e che merita una visita per il castello, le mura di cinta, i vicoli e le piccole piazze
L’abitato di Montalto di Castro sorge nella Tuscia, in provincia di Viterbo, e al confine con la Toscana, ed è dominato dal Castello Guglielmi, il cui nucleo più antico costituito dall’imponente torre quadrangolare. Costruito probabilmente nel XV secolo dagli Orsini, come ricordato dalla lapide posta sulla torre, il castello subì in seguito numerose ristrutturazioni. Alla fine del XVIII secolo venne rialzato di un piano e nel secolo scorso vennero aggiunte la loggia e la merlatura attuale. Piccole piazze, vicoli sovrastati da archi, mura di cinta, lo stesso assetto urbanistico del centro storico evidenziano con particolare suggestione l’origine medioevale. In piazza Giacomo Matteotti si trova il Palazzo del Comune. La struttura, sorta in origine come convento francescano, venne successivamente trasformata in fortezza dai Farnese e inglobata nella cinta muraria. Fuori del centro storico, in prossimità della via Aurelia, si incontrano le settecentesche fontane delle Tre Cannelle e del Mascherone, entrambe con lunghe epigrafi sormontate dallo stemma del Comune.
L’origine del borgo è incerta: alcuni studiosi sostengono che il castrum Montis Alti fu fondato nel V-VI secolo d.C. dai profughi della città costiera Gravisca, distrutta dai pirati. Altri raccontano che il castello fu fondato nell’VIII secolo da Desiderio, Re dei Longobardi mentre per altri ancora l’abitato sorge nasce dove si trovava la città etrusca di Vulci. Nel corso del Medioevo fu più volte distrutta, come nel 1109quando papa Pasquale II, per sconfiggere Stefano dei Corsi, fece distruggere, dalle milizie normanne il borgo in cui si era arroccato. Durante l’Età Medievale nacque e si sviluppò uno scalo portuale che costituì un approdo importantissimo per le rotte tirreniche Le continue battaglie di quest’epoca, la Cattività Avignonese portano al dimezzamento del numero degli abitanti del finora fiorente centro storico.
Negli ultimi secoli il borgo ha visto il progressivo spopolamento con il fenomeno dell’urbanizzazione e una lotta serrata per la gestione dei numerosi ettari di terreno circostante il paese, in mano alla Chiesa e ai latifondisti con un movimento agrario che ebbe grande rinomanza all’inizio del ‘900. Negli anni ottanta è stata iniziata la costruzione della centrale nucleare, mai entrata in servizio, ma rimpiazzata dalla centrale policombustibile costruita di fianco. Ad oggi è il comune più ad Occidente del Lazio e meta di turismo quotidiano grazie al mantenimento della sua struttura muraria e alla bellezza della sua rocca.
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