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Era stato firmato molti secoli fa quello che tutti conosciamo come “patto di Sutri”, l’accordo che avrebbe posto fine alle continue lotte per il potere tra l’Impero ed il Papato. Come erano iniziati questi scontri? E chi aveva firmato l’accordo?
Era stato firmato diversi secoli fa, nel lontano 1111 quello che oggi viene chiamato “il patto di Sutri”, un accordo che era stato stipulato tra Enrico V e Papa Pasquale II. Era un piccolo compromesso che l’Imperatore del Sacro Romano Impero aveva fatto con la Chiesa per porre fine ai continui scontri che avvenivano tra loro.
Tutto era iniziato nel 728 con “la donazione di Sutri”. In quell’anno il re Liutprando aveva donato alla Chiesa alcune città, tra cui la stessa Sutri. Aveva così riconosciuto il potere temporale della Chiesa, che da quel momento in poi sarebbe stata non solo la sovrana della Chiesa ma anche dello Stato Pontificio. In questo modo quindi la Chiesa aveva il potere sia sulle anime che sugli uomini.
Il diventare un Papa era qualcosa che faceva a gola a tutti e in molti avevano poi cercato di ottenerne il potere. In modo particolare intorno al 1046 vi erano state delle piccole guerre tra le famiglie nobili, ognuna delle quali aveva proposto un candidato destinato a diventare Papa. Per placarle era servito infatti convocare un concilio, quello di Sutri, che aveva posto la loro fine ed indicato un Papa totalmente diverso da quelli che si erano proposti.
Qualche anno dopo il concilio di Sutri era iniziato un nuovo tipo di scontro, ma questa volta non era tra le famiglie nobili ma direttamente tra la Chiesa e l’Imperatore. Si tratta di uno scontro che oggi viene riportato in ogni libro di storia come “la lotta delle investiture”, durante il quale sia la Chiesa che l’Imperatore avevano cercato di primeggiare l’uno sull’altro. Per l’Imperatore in particolar modo era fondamentale ottenere la supremazia. A quei tempi un sovrano era considerato tale per volontà divina, di conseguenza avrebbe dovuto avere a prescindere più potere rispetto alla Chiesa. Per ragioni di orgoglio o meno avrebbe quindi dovuto assolutamente recuperare il proprio potere.
Per diverso tempo è quindi avvenuto lo scontro tra Imperatore e Chiesa che è durato per delle generazioni. Era infatti iniziato con Enrico IV che durante la lotta per le investiture era stato addirittura scomunicato dal Papa, che a quei tempi era Gregorio VII.
L’Imperatore aveva quindi subito un’umiliazione davvero pesante da parte del Papa e per farsi ritirare la scomunica aveva compiuto un gesto davvero umile. Privo dei suoi abiti regali si era presentato ai piedi del castello nel quale si trovava il Papa ed era rimasto lì in ginocchio per tre giorni e tre notte, tra l’altro nel bel mezzo di una bufera di neve.
È quindi solamente grazie ad Enrico V, figlio di Enrico IV che la lotta alle investiture ha avuto una fine. Grazie ad un incontro tra i mediatori del Papa (all’epoca Pasquale II) ed Enrico V stesso, era stato stabilito il patto di Sutri. Con questo accordo l’Imperatore non avrebbe più lottato per le investiture della Chiesa ma in cambio avrebbe avuto tutti i privilegi che un tempo spettavano all’Imperatore, tra cui il “diritto divino” di regnare.
Inizialmente sembrava che il patto avesse accontentato tutti ma in realtà neanche quattro giorni dopo la firma, i membri del clero si erano rifiutati di rispettarlo. Enrico V però era molto più furbo di suo padre e di conseguenza per costringere la Chiesa a rispettare il suo accordo, aveva imprigionato in un castello sia il Papa che molti cardinali. Il Papa era così costretto a rispettare le scelte dell’Imperatore, che una volta liberati i suoi prigionieri, era rientrato trionfante in Germania con il riconoscimento di “Imperatore per diritto divino” e “re di Roma”.
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