Roma in tram; alla scoperta dei dintorni di Principe Eugenio/ Manzoni
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In provincia di Latina sorge Norma, borgo montano che si trova sopra una parete rocciosa e in cui è visitabile il parco archeologico dell’antica città romana
In provincia di Latina si trova il piccolo borgo di Norma che fa parte della comunità montana dei Monti Lepini e che sorge sopra una parete rocciosa scoscesa da cui è possibile ammirare l’Agro pontino e soprattutto l’Oasi di Ninfa. Ai piedi di questa rupe calcarea, originata da una faglia, ebbe origine l’attuale centro storico nell’alto medioevo dopo che la città romana fu abbandonata. Diverse famiglie benestanti ne difesero il territorio ampliandola nel corso dei secoli fino allo stato odierno.
A poca distanza dal centro abitato di Norma troviamo l’antica città di Norma le cui origini risalgono al V secolo a.C. A testimoniarlo è lo scrittore Livio che ricorda come vi fu inviata una colonia affinché fosse creata una roccaforte nel territorio pontino di fronte la minaccia dei Volsci. La città era circondata da mura in opera poligonale realizzate con grandi blocchi in calcare montati l’uno sopra l’altro, costruite nel IV secolo a.C. e sono uno delle più monumentali e meglio conservate d’Italia.
Numerosi i monumenti che hanno resistito al tempo, da basamenti di templi alle terme fino a case, botteghe e strade. Sulle due colline più pronunciate troviamo due complessi sacri chiamati acropoli maggiore e minore. La città fu incendiata volontariamente dai suoi cittadini nel 81 A.C. per non cadere nelle mani delle truppe Silla. Il complesso archeologico dell’antica città di Norma è aperta tutti i giorni e l’entrata è gratuita se si vuole visitarla soli, mentre vi è un costo di 5€ per chi vuole essere accompagnato da una guida.
Il monastero, oggi allo stato di rudere, si trova presso le vicinanze delle antiche rovine del Giardino di Ninfa. Persistono i muri laterali mentre il tetto è completamente crollato, della chiesa rimane intatta, protetta da una nicchia, un affresco posto nell’abside raffigurante Santa Maria di monte Mirteto con in braccio Gesù bambino e una scritta, Africa, Asia, Europa, che erano al tempo dell’edificazione della chiesa, i tre continenti allora conosciuti.
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