"Ciaone", un "ciao" poco amichevole
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È la parte del Lazio che corrisponde alla provincia di Frosinone. Sai però come nasce la parola “ciociaria”? A quanto pare grazie a una sparpa davvero particolare.
È la parte meridionale del Lazio ed è costituita dalle zone che si trovano nella provincia di Frosinone. Di conseguenza oggi si definisce ciociaro colui che vive ad Alatri, ad Anagni, a Ceccano, a Ferentino, a Sora, a Veroli e in tutti gli altri paesini che circondano questi angoli della regione.
Sembra però che in passato questa parola abbia anche assunto degli altri significati. Nel 1800, per esempio, s’intendeva per ciociara la donna che faceva da balia ai bambini. Nonostante ciò non è però da lei che deriva questo curioso termine, bensì da qualcosa di molto più particolare, ovvero una scarpa tipica del territorio.
La ciociaria è quindi una parola che in qualche modo delimita un confine tra alcune zone del Lazio e che quindi separa le sue città meridionali da quelle dell’Agro Romano.
Sembra che il termine sia comparso per la prima durante gli anni ’20, in un momento in cui la stampa aveva iniziato a indicare come ciociari, i territori che corrispondevano alla provincia di Frosinone.
Chiaramente però si è sempre trattato di un confine esclusivamente concettuale, dato che non è mai stato stabilito un vero limite geografico tra Ciociaria e Agro Romano.
Ma da cosa deriva la parola ciociaria? Esattamente dalla parola in romanesco “ciocia“, che indica un particolare tipo di scarpa che prima che venisse sostituita all’odierno scarponcino veniva indossata dai pastori delle aree montane poste a sud del Lazio.
Era costituita da una suola in cuoio piuttosto spessa e da delle fasce che avvolgevano la scarpa intorno alla gamba. Solitamente veniva messa sopra a delle fasce bianche molto simili agli attuali calzettoni che avvolgevano sia il piede che i polpacci e che comunemente venivano chiamate “pezze”.
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