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Il romano è uno dei dialetti più amati in tutto il mondo. Questo però contiene alcune parole che solo un vero romano sa riconoscere e capire. Eccone alcune!

Roma è una città davvero speciale che tutti al mondo conosciamo per le caratteristiche che ha. È una metropoli dalla storia tanto lunga quanto unica e conserva un ricco patrimonio culturale, che è costituito anche dal dialetto. Tutto il mondo conosce il dialetto romano. È divertente, diretto ma non tutti riescono a capirlo. Il dialetto della Capitale contiene infatti alcune parole che solo un vero romano conosce e riesce a capire. Ci sono poi delle parole che invece tutto il mondo sa, come il “daje” che a Roma è un pò come il prezzemolo, ovvero viene usato con tutto. Il “daje” serve innanzitutto a confermare qualcosa, ma può può essere poi usato per incitare qualcuno o semplicemente per salutare. È una parola che viene utilizzata in modo particolare dai ragazzi, che quando si danno un appuntamento si rispondono semplicemente con un “daje”.
Quando sono contrari a qualcosa usano invece la parola “none” che è un rafforzativo del “no” e che viene spesso utilizzato da giovani. Anche questi a Roma vengono chiamati in un modo particolare. I giovani romani sono detti “bardasci” se hanno un’età tra i 9 ed i 14 anni, mentre gli altri vengono detti “pischelli“. I più piccoli invece sono considerati “monelletti” perchè vispi e spesso birbanti.
Sono quindi espressioni che fanno sorridere e come si dice alla Capitale “so un tajo“.

Il vocabolario romano contiene quindi “na cifra” di parole, alcune delle quali fanno capire quanto il dialetto possa essere tanto diretto quanto divertente. I romani ad esempio hanno diversi modi per invitare qualcuno a calmarsi, ma il più simpatico è sicuramente “stai manzo” ovvero “stai tranquillo”. Un romano poi quando vede qualcuno particolarmente agitato, lo invita a stare “shallo“, a stare senza pensieri, oppure a darsi una calmata, cioè a “ripijasse“.
Una persona particolarmente agitata o folle viene considerata alla Capitale come “scapocciata“ovvero come qualcuno che ha perso la testa, la capoccia. Impazzire in dialetto viene infatti detto “scapocciare“. Quando sentirete quindi dire ad un romano “ho scapocciato” fate attenzione, potreste poi sentirlo “sbroccare” ovvero sbraitare. “Statece” quindi, rassegnatevi. Un romano è una persona di cuore che “abbozza” continuamente, ovvero che si rassegna senza rimanerci male, ma se si arrabbia lui, non ci sono Santi che lo reggano.

A Roma ci sono quindi molte parole e diversi modi di dire che sono usati solamente all’interno della città. Per esempio a Roma c’è un modo simpaticissimo per dire “non mi importa nulla” ovvero “m’arimbarza“. Letteralmente l’espressione indica una parola che entra da una parte ed esce poi dall’altra, senza che qualcosa cambi.
Alla Capitale poi una persona fastidiosa, appiccicosa, viene paragonata ad un collante e viene detta appunto “accollante“. Un romano infatti, quando trova davanti a sè qualcuno che è particolarmente, lo invita a “scollasse” oppure a “non accollasse“. Di solito lo fa in modo scherzoso, simpatico, ma se la persona davanti resta insistente, il romano potrebbe “imbruttirgli” ovvero guardarlo in cagnesco.
Infine il dialetto romano ha delle parole divertenti che vengono usate quando si va a cercare qualcosa. Se si tratta di una ricerca alla cieca, un romano andrà a cercare qualcosa alla “‘ndo cojo cojo“. Se invece lo farà totalmente a vanvera allora lo farà “a buffo“.

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