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A Roma ci sono mille modi di dire, alcuni dei quali contengono dei nomi di persona, come nel caso di “andà a cercà Maria pè Roma”. Chi è però la Maria da cercare? E dove va trovata?
Roma è la città dai mille modi di dire, alcuni dei quali sono conosciuti in tutto il mondo, mentre altri appartengono soltanto alla Capitale. Ognuno di questi ha una propria storia che nasce per le strade della città e che permettono meglio di conoscerla.
Spesso i detti romaneschi sono riferimenti a persone specifiche che per qualche motivo sono state notate e rese parte delle borgate della città. Ad esempio la frase “senti che Gianna” tradotta in italiano “senti che aria fredda” pare nasca a causa di una certa Gianna, che correva per le vie di Trastevere per non far raffreddare il pane appena sfornato. Questa però era davvero veloce come il vento e faceva alzare l’aria al suo passaggio. Per qualcun altro invece Gianna era un’anziana signora che per far prendere aria alla casa, apriva la finestra ogni giorno, ad ogni stagione.
Un altro detto che esiste solo a Roma ma che viene usato molto è “cercà Maria pè Roma”. Questo viene pronunciato quando si è nel tentativo di cercare qualcosa o qualcuno che però è talmente nascosto da non riuscire a trovarlo. In questo caso però Maria non era qualcuno ma qualcosa, ovvero un quadretto che rappresenta la Vergine.
La Maria difficile da trovare si trova nascosta all’interno di una viuzza, chiamata oggi Passetto del Bisciole. Oggi è un passaggio che si trova vicino Campo dè Fiori e che nei secoli ha vissuto diverse vite, la prima delle quali risale all’antica Roma.
Questa infatti nasceva come collegamento verso il Teatro di Pompeo, che il console aveva fatto costruire nel 61 A.C accanto ad un tempio, dedicato a Venere Vincitrice. Agli antichi tempi un teatro doveva avere per forza qualche significato religioso, per questo motivo Pompeo fece costruire il tempio. Nello stesso tempo fece anche realizzare la Curia Pompeii, un punto di ritrovo per i Senatori ma anche il luogo dove Cesare fece una brutta fine, venendo assassinato.
A seguito dell’uccisione infatti la Curia venne murata ma il tempio ed il teatro rimasero integri per diverso tempo, finchè un incendio li rovinò totalmente. In età medievale i resti delle due costruzioni vissero una seconda vita, perché diventarono le basi per gli edifici della nobile famiglia Orsini. Questa fece costruire nella zona il proprio palazzo e due chiese, quella di Santa Barbara dei Librai e la Chiesa Santa Maria di Grottapinta.
Quest’ultima chiesa conteneva la famosa ed introvabile Maria, che poi venne spostata nel Passetto Biscione, un corridoio che collegava la base dell’antico teatro di Pompeo con l’esterno. Era quindi già nascosta di suo.
Il quadro della Maria rimase in quella strada sotto gli occhi di tutti per molto tempo. Era un quadro normalissimo ma che tutti ammiravano per la sua bellezza, finchè nel 1796 non prese letteralmente vita.
In quell’anno ci fu un grande miracolo, che coinvolse molte città e quadri del mondo e di conseguenza anche Roma con il suo bel dipinto. Gli occhi della Maria di Passetto Biscione iniziarono improvvisamente a muoversi ed a seguire con lo sguardo il movimento dei passanti, che giustamente si erano tutti radunati davanti al punto in cui era accaduto il miracolo.
Per dare una sistemazione più regale al quadro, venne murata una parte del passaggio e di conseguenza Maria divenne ancora più nascosta e difficile da ritrovare. Adesso poi è davvero inutile cercare l’immagine tra i vicoli di Roma. Il vero quadro sta nella Chiesa di San Carlo ai Catinari, mentre nel passaggio venne messa una copia, in ricordo del miracolo.
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