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Il neurochirurgo Aldo spallone, romano di nascita, ma cittadino del mondo, è stato insignito del titolo di Professore Onorario del Centro di Nazionale di Ricerca Medica di Neurochirurgia N.N.Burdenko. Il dottore ha all’attivo quasi 5000 interventi in campo neurochirurgico e oltre 140 pubblicazioni tematiche con una percentuale di impatto H-Index del 24%. Attualmente è professore della cattedra di Neurochirurgia dell’Università RUDN e neurochirurgo di punta presso lo European Medical Center a Mosca.
Aldo Spallone è stato insignito a Mosca del titolo di “Professore Onorario” del Centro di Nazionale di Ricerca Medica di Neurochirurgia N.N.Burdenko. Tale onorificenza rappresenta il riconoscimento di una collaborazione fattiva durata oltre quarant’anni, ma anche il segno di un profondo legame di stima ed amicizia con la struttura sanitaria più antica della Russia.
«Questo riconoscimento lo rivolgo ai miei genitori, che mi hanno insegnato l’amore per la Russia, “costringendomi” – in senso buono – ad imparare una lingua che mi ha preparato per una scelta che si è rivelata di vita. E lo dedico ai miei figli, per l’affetto che ci siamo sempre reciprocamente dati. È il coronamento di un rapporto che dura da sempre, frutto del legame speciale che la mia famiglia ha con questo paese. Qui ho svolto il mio training come neurochirurgo e ho apportato un importante contributo introducendo le tecniche di neurochirurgia alla base del cranio. C’è stato sempre un rapporto di collaborazione scientifica costante, che è cominciato con delle pubblicazioni negli anni ’90 e non è ancora terminato, perché ci sono ancora dei progetti comuni soprattutto in tema di traumatologia spinale e ischemia cerebrale».

Aldo Spallone, 69 anni il prossimo luglio e romano di nascita, ha trascorso buona parte della sua infanzia nei campi dei pionieri dell’Unione Sovietica, in quanto figlio dei medici di fiducia dell’Ambasciata Italiana dell’Unione Sovietica a Roma. Il padre, Dario Spallone, di Lecce nei Marsi, in provincia de L’Aquila, e Angelina de Lipsis, di Santa Paolina, in provincia di Avellino, entrambi trapiantati a Roma in giovane età, si sono conosciuti per i loro ruoli nelle staffette partigiane. Diventati marito e moglie subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, sono stati accomunati anche dalla passione per la professione medica. Aldo dunque segue le orme genitoriali e compie un percorso accademico e lavorativo di prima classe che lo porta ad ottenere prestigiosi incarichi in giro per il mondo (Cuba, Regno Unito, Stati Uniti); ma la conoscenza approfondita della lingua russa imparata fin dalla tenera età lo destina a dividere onori e carriera soprattutto tra il suo paese d’origine e quello d’adozione. Lavora a Mosca, infatti, in diverse epoche negli anni ’80 (1982-1983; 1989-1991) e ’90 (1993-1994 e dal 2017 in poi), soprattutto come neurochirurgo, tranne nel biennio 2017-2019 durante il quale ricopre il ruolo di Addetto Scientifico dell’Ambasciata Italiana a Mosca.
La cerimonia è avvenuta mercoledì 3 marzo nel corso del V Congresso Russo di Neurochirurgia Pediatrica, organizzato da: Ministero della Salute della Federazione Russa, Società Russa di Neurochirurgia Pediatrica, Associazione dei Neurochirurghi della Russia, ISPN – Società Internazionale di Neurochirurgia Pediatrica, Centro di Nazionale di Ricerca Medica di Neurochirurgia N.N.Burdenko, Accademia Medica Russa di Formazione Professionale Continua di Mosca.

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