Caricamento...

Claudio Coccoluto, il ricordo del dj pontino nelle parole dei suoi amici

foto di: Immagini prese dal web

All’inizio di marzo del 2021 abbiamo perduto uno dei più importanti dj nazionali, un imprenditore ed un artista della musica da discoteca amato e rispettato in tutto il mondo: Claudio Coccoluto. Ho raccolto alcune testimonianze fra colleghi ed amici, per onorarne la memoria poche ore dopo l’addio, celebrato a Roma in Piazza del Popolo.

Credit: Ennio Baldelli

Sergio Cerruti (Presidente dell’AFI – Associazione Fonografici Italiani)

“Con più di 20 anni di storia di vita insieme, nel lavoro, nell’amicizia e nella musica, avrei solo l’imbarazzo della scelta nell’aprire i cassetti dei ricordi ed estrarne uno da condividere ma soprattutto la mente è pervasa da pensieri. Di Claudio già dopo poche ore mi manca la presenza, mi manca quell’amicizia che mi trasmetteva attraverso la sua schiettezza e la sua sensibilità, un’onestà morale ed intellettuale espressa anche sotto forma di sarcasmo pungente quando non era d’accordo con me.  Mi ha consigliato, criticato, sostenuto, incoraggiato riconoscendomi limiti e attitudini. Pensare che non potrò più fare le lunghe telefonate notturne a elucubrare con lui su idee di ogni tipo comprese quelle più folli che sapevamo a volte essere irrealizzabili (forse) mi spacca il cuore a metà. Discorsi fatti su tutto e sul niente, sia con profondità che con leggerezza, a volte solo per la voglia di stare un po’ insieme e di ascoltarci.
Con lui potevo parlare di tutto, poi ad esser d’accordo c’era sempre tempo… Ho sempre potuto contare sulla sua sincerità, talvolta siamo rimasti fermi su posizioni diverse che apparentemente ci dividevano, ma che in realtà sono un elemento chiave della nostra unione.
Alla storia la diatriba senza fine tra noi sul Tomorrowland!
La forza sta anche nella diversità, basta saperla cogliere e Cocco sapeva sempre come fare. Differenze che non hanno fatto la differenza nella nostra amicizia che era alimentata anche da grandi passioni in comune come quella per la tecnologia… Per quella utile ma soprattutto per quella inutile! Determinazione e coerenza (anche musicale) fanno di Claudio Coccoluto non solo uno dei miei più grandi Amici, ma anche uno dei più grandi Artisti (con doppia A maiuscola) che tra noi dj si è manifestato a beneficio di tutti.  L’abbiamo perso da un lato, ma l’abbiamo riscoperto tutti quanti da un altro, forse più grande ancora di quanto pensavamo.”

Claudio Casalini (dj, discografico): A Claudio Coccoluto…

Piango la perdita di un amico, di un fratello… Per aver fatto nulla o potuto far nulla. Piango per la mia impotenza, per esser stato pigro e insensibile! Piango per non averti dato affetto e calore umano… Per non aver emesso forme-pensiero alte e positive.
Piango perché non ho altro rifugio per affrontare il dolore… E per essere confortato, non essendo in grado di confortare!
Piango per la rabbia che prende il sopravvento su altre emozioni… E perché ti volevo bene e mi dispiace che tu sia morto. Piango per i ricordi che arrivano come ondate… E perché per gratitudine bastava dirti: Grazie Claudio!

Andrea Torre (dj, direttore di Radio Globo, Emme100):

“Quello che mi rimane di Claudio sono gli attimi condivisi oltre la consolle, soprattutto dopo la consolle. Estate di qualche anno fa, avevamo lavorato in due locali differenti a Formentera e per il ritorno ad Ibiza mi volle con lui sul motoscafo che il locale gli aveva messo a disposizione. Claudio, sua moglie Paola ed io. Passò tutto il viaggio di ritorno a fotografare l’alba, era rapito dall’orizzonte che iniziava ad illuminarsi. Lui era nato per guardare verso l’orizzonte ed oltre. Profondità, condivisione e generosità, senza mai far pesare sé stesso e la sua storia.”

Andrea Prezioso (dj producer, radio Capital)

“Ciao Claudio. Un brutta botta… Ricordo ad inizio anni ’90 un rave insieme a Pescara: tu che ascoltavi e ti incuriosivi, e poi suonasti De La Soul remixato da Morales. Eri partito lento dopo 3 ore di techno e ci spiazzasti tutti. Sei stato una bella persona e un grande dj in continuo cambiamento.“

Corrado Rizza (dj e scrittore)

“Con Claudio Coccoluto ci siamo conosciuti nei primi anni ’80, quando lavoravo come tecnico delle luci e secondo dj all’Histeriadi Roma, insieme a Marco Trani. Il caso volle che proprio lui prese il mio posto quando nel 1986 decisi di andare per un periodo a New York. Marco ebbe l’intuizione di chiamarlo al suo fianco chiedendogli di portare con sé l’Emulator, uno dei primi campionatori, con il quale l’aveva visto all’opera in una discoteca nei pressi di Gaeta. Claudio è stato forse il più impegnato di tutti i dj italiani. Mi riferisco al punto di vista sociale. Oltre ad essere stato sempre attento alla musica ed ai suoni, ha sposato incessantemente le cause del mondo della notte e del clubbing, anche in quest’ultimo periodo di Covid. Coccoluto, ne ho avuto la prova anche ora che vivo negli Stati Uniti da qualche anno, è stato probabilmente anche il dj italiano più conosciuto all’estero ed il suo nome è diventato un marchio di fabbrica: C.O.C.C.O.
Sarà sempre un mito per chi ama il mondo della nightlife e sono onorato di aver percorso con lui un pezzo di strada agli inizi della nostra carriera.”

Marco Sapiens (dj)

“Con Claudio ho tantissimi ricordi, davvero tanti, abbiamo condiviso molte consolle, soprattutto negli anni ’90, quando del clubbing del mio amato Salento non parlava ancora nessuno. Successe che una volta (1994), ad una serata organizzata nell’invernale del Country Club di Otranto, l’ospite tanto atteso ci comunicoò che non poteva presentarsi per motivi di salute. Nel panico più totale e con un migliaio di biglietti venduti in prevendita, ci balenò l’idea di chiamare Claudio che sapevamo essere a casa per un weekend di riposo. All’epoca era veramente al top delle richieste e poteva permettersi sicuramente di starsene tranquillo sul divano a godersi una domenica sera, invece, pieno di entusiasmo ci comunicò che avrebbe caricato la macchina, sarebbe partito immediatamente da Cassino (500km), tipo alle 10 di sera e che entro una manciata di ore sarebbe arrivato in soccorso. Alle 3.00 era da noi, tra lo stupore e la sorpresa generale. La serata fu bellissima, tutti dimenticarono il motivo per cui erano lì.”

Mauro Ferrucci (disc jockey)

“I ricordi sono moltissimi: dalle stagioni fatte insieme, come quelle al Muretto di Jesolo, ai periodi del New Music Seminar di New York. Ma il ricordo più forte, non è di serate. Sono i giorni che dandoci la spalla l’uno con l’altro, abbiamo affrontato il coma del nostro fratellone Marco Trani, dove ricordo la frase che mi disse: «Mi toglierei qualche anno io, pur di salvare lui…», e questo rappresenta in maniera profonda chi era Claudio. Oltre l’immenso Artista, una persona con un cuore grande. Lascia una voragine nella Nightlife, che chissà se mai si colmerà. Ti voglio bene Claudio, Amico mio.”

Emily Rocchi (vocalist)

“Ho lavorato con Claudio Coccoluto una sola volta, al Tiberio Club di Sperlonga ed ho trovato una persona veramente umile e disponibile. Mi ricordo che avrei voluto farmi una foto con lui ma non osavo disturbarlo. Sicuramente lui lo capì e venne da me dicendo «Facciamoci una foto». Non lo scorderò mai nello stupore della mia espressione di quella stessa immagine.”

Alvaro Ugolini (discografico, Energy Production):

“Ho avuto la fortuna di conoscerlo durante una sua serata come dj al Pacha di Ibiza negli anni ’90 e di aver collaborato a qualche sua produzione discografica e remix. Di lui mi colpì subito la grande umanità e passione per la musica. Un purista del vinile. Una grande personalità dietro la consolle. Una grande perdita.”

Gino Woody Bianchi (dj producer)

“Sin dal primo istante che ho incontrato Claudio, nel 1986 all’Histeria, dove lavorava a fianco di Marco Trani, avevo capito che aveva una marcia in più sia artistica che comunicativa (sfoggiando il suo Emulator) ed abbiamo legato subito. Negli anni ha dimostrato la coerenza e soprattutto un carisma naturale. Molti i momenti che ricordo con gioia, le varie condivisioni in consolle e le nostre conversazioni riguardo il suono, lo studio di registrazione e i vinili. Il suo carattere imprevedibile, impenetrabile nelle emozioni, ma sempre affettuoso bei miei riguardi. Un aggettivo per definirlo? Un leale condottiero. Grazie a lui l’importanza del dj in Italia ha avuto un risalto mediatico importante.. Oggi siamo più poveri , abbiamo perso un grande artista e un amico.”

Massimiliano Baiocchi (Neo Club)

“Del Claudio Coccoluto dj lascio raccontare la storia. Invece mi piace ricordare il rapporto con lui, da quando ho aperto il mio locale.
Dal primo in bocca al lupo, ai suggerimenti in corso d’opera. In questo ultimo anno ci siamo frequentati tanto per via di Club Festival Commission, un comitato d’imprenditori e artisti della notte attraverso il quale abbiamo iniziato ad interloquire con la politica per salvaguardare il nostro tanto vituperato mondo notturno. Dopo le prime riunioni, ovviamente on-line, la cosa che mi ha colpito ma non stupito è l’umiltà, la leggerezza, la lucidità e la serietà delle sue parole, anche quando mi diceva davanti a tutti: «A Pio’, fùmate ‘n’artra sigaretta, pare che stai sempre a Londra» fra le risate generali, per poi riprendere i discorsi seri. Ecco, questa frase me la diceva sempre quando vedeva che stava calando l’attenzione, era il suo modo per farci tornare al lavoro e trovare soluzioni, spesso visionarie, che capivamo sempre dopo un po’, con leggerezza per tutti, con serietà per me che fumo troppo e la lucidità per capire che certe battaglie vanno affrontate con impegno e passione.
Questo era Claudio per me, quello a cui ho fatto la corte anni per averlo una sera al mio locale e la cui risposta era sempre «Le nostre economie sono distanti». Ma non parlava di soldi, c’ho messo un po’ a capirlo, parlava delle economie con le quali portavo avanti la situazione, e solo pochi anni fa riuscii ad averlo ospite e fu per me un vero premio. Voleva dire che finalmente avevo la sua benedizione e quando glielo dissi mi rispose: «Sei sulla strada buona, ma fai attenzione, perdersi è un attimo». Portare avanti le tue idee non sarà facile, ma non possiamo deluderti, te lo dobbiamo per tutto quello che hai fatto per questo mondo, con leggerezza, umiltà, serietà e con la lucidità di non perdere di vista l’obiettivo comune e mai quello personale.”

Luca Cucchetti (dj producer)

“Dovevamo registrare una compilation con mio fratello, DIMENSIONE DANCE 2, quella con la copertina verde. Era il 1986. Il produttore Claudio Donato ci disse che c’era disponibile un giovane dj che aveva l’Emulator 3, ovvero il campionatore top dell’epoca, un sogno di tastiera che costava un boato. Io gasato accettai ovviamente di farlo venire in studio mentre già immaginavo di poter fare numeri funambolici e non solo tagli di nastro. Il giorno della registrazione, al Lead Studio si presentò Claudio Coccoluto con quella macchina pazzesca… Peccato che l’avesse appena comprata e non fosse ancora in grado di usarla! Non nascondo che mi irritai e se ne accorse (chi mi conosce immagina), però alla fine usammo i suoni demo forniti nella confezione, inventando un duello di spade per arricchire il break di una delle canzoni. Era solo l’inizio di una grande epoca che poi ci ha visti protagonisti, durante la quale Claudio è stato grande mattatore.”

Elvio Moratto (musicista, dj)

“Un giorno mentre ero ad Acquario studio, mi arriva una telefonata da Marco Trani che mi dice: «Aò stasera vieni all’Histerya che c’è un mio amico che mi porta dei dischi da sentire e un nuovo campionatore…» rarissimo a quei tempi, parliamo del 1987 circa «Così ci aiuti a provarlo, prima che apra il locale». Io ci andai e mi presentarono Claudio Coccoluto e il suo Emulator. Voleva imparare anche a suonare oltre che a fare il dj. Persona molto lieve e curiosa. Poi anni dopo ci incontravamo in giro ogni tanto nei club e sempre era un piacere reciproco. Claudio mi chiamava maestro e alla fine è diventato lui il Maestro. Respect.”

Claudio Donato (Goody Music)

“Quando veniva da Cassino le prime volte a comprare i vinili si faceva notare per la scelta di quello acquistava. Erano gli anni ottanta. Diventammo amici proprio perché ne notai la curiosità e l’attenzione. Un grande professionista che ha dato molto alla figura del dj e al nostro settore.”

Orazio Fatman (disc jockey)

“Nel 1996, alla serata inaugurale della stagione, Claudio venne come ospite al Cyborg di Attigliano dove ero appena arrivato come dj resident. Immaginate quanto potessi essere felice, carico ed emozionato allo stesso tempo, solo al pensiero del nuovo lavoro che iniziava e per giunta con uno dei più grandi DJ italiani della storia. Iniziai la serata, un’oretta giusto per riscaldare la pista, e poi gli passai cuffie e mixer. Aveva appena finito di realizzare il disco che lo avrebbe catapultato in cima a tutte le classifiche: The Heartist – Belo Horizonti. Quando lo mise, nonostante fosse un pezzo completamente sconosciuto, la gente in pista ebbe una reazione incredibile, iniziarono le urla di apprezzamento e poi partirono i trenini come se fosse capodanno. Io, che stavo ascoltando, mi fiondai in consolle per leggere il titolo di quella traccia, ma era la copia promozionale e sul centrino del disco c’era solo il logo dell’etichetta. Gli chiesi cosa fosse e lui, dicendomi che era la sua nuova produzione in uscita il mese dopo, appena lo tolse me lo regalò! Sembravo un bambino in un negozio di giocattoli per quanto ero contento, perché a quei tempi, avere un disco in anteprima era abbastanza difficile e di norma succedeva solo ai dj più conosciuti. Invece stavolta anch’io lo avevo e per giunta regalatomi direttamente da chi lo aveva fatto. Un vera chicca con cui andai avanti, anche grazie al successo che ne seguì, per quasi tutta la stagione e ancora oggi nelle serate in cui capita di proporre i classici della house music, resta uno dei dischi più ballati. Questo per dire che Claudio, nonostante fosse una superstar tra i disc jockey, a differenza di tanti altri suoi colleghi era sempre disponibile e generoso con tutti, ma soprattutto era ovunque riconosciuto come un maestro nella ricerca e nella proposta di nuove sonorità ed il suo modo unico di interpretare la serata lo ha portato a diffondere il suo sound in tutti i più grandi locali del mondo. Finita la tua storia, è iniziata la tua leggenda. Ciao Cla’.”

Seby “Ice One” Rocco (dj producer)

“Conobbi Claudio tra l’86 e l’87,  tramite una triangolazione di amici: il dj Mauro Casazza mi presentò a Marco Trani e in una delle serate con lui che ci portava appresso come fratellini, conobbi Claudio. Una persona molto seria e cordiale, amante della musica e della sperimentazione, ma soprattutto del bel mixaggio. La sua arte era già chiara, amava fondere i generi in un miscuglio unico ed ipnotico, e i suoi dj set si basavano sempre sul suo istinto. Era uno di quelli che dietro la consolle orchestrava un rito pagano di condivisione delle buone vibrazioni musicali con il pubblico del dancefloor, guidandolo e indicandogli nuove strade. Sono sempre stato un osservatore delle tecniche altrui, perché era un’epoca dove stare in consolle con certi personaggi creativi era un privilegio e valeva la regola d’imparare con gli occhi e con le orecchie. L’ho sempre incontrato dietro i giradischi. Un episodio che amo ricordare accadde a Bari, in un evento organizzato tra gli altri da Giancarlino (che considero un fratello): Claudio venne preso letteralmente in ostaggio dal suo pubblico dopo ben due ore di dj set. La gente lo amava a tal punto che non voleva smettesse di suonare, però gli si era rotta una puntina e l’altra stava per andarsene nello stesso modo. Senza esitare gli porsi le mie puntine, con le quali avevo già finito il mio lunghissimo dj set in una delle altre sale, e gli prestai anche la mia valigia di dischi, dove oltre all’Hip Hop avevo tante cose molto veloci che potevano fare al caso suo. Lui, senza nemmeno conoscere i dischi, proseguì per altre due ore senza battere ciglio, creando comunque il suo groove anche con cose che non conosceva. In questo risiedeva la sua grandezza ed il suo spirito innovatore, con il quale ha fatto felici letteralmente milioni di persone.”

Roberto Quattrino (disc jockey)

“Il mio ricordo di Claudio? Una persona umile nonostante il livello raggiunto. Qualche estate fa venne a fare una serata a Ponza. Essendo lui di Gaeta, da quelle parti è molto famoso. Beh, ogni persona che lo incontrava lo salutava e lui ci si fermava a parlare, anche se era la prima volta che si vedevano. Sembravano tutti suoi grandi amici.”

 

L’articolo scritto da Faber Cucchetti