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“Voi che pel mondo gite errando vaghi di veder meraviglie alte et stupende venite qua, dove son facce horrende, elefanti, leoni, orchi et draghi”. No tranquilli, nun semo ‘mpazziti e non abbiamo nemmeno esagerato con il vino ieri sera, questa è un’iscrizione che troverete al Parco dei Mostri di Bomarzo, lo conoscete?
A Roma si sa, è difficile annojasse e dopo tutti i tipi di parchi, da quello natura a quello divertimenti, passando per quello avventura, ecco un luogo perfetto per le persone a cui piace er brivido, non una nuova escape room ma il Parco dei Mostri di Bomarzo. A circa un’ora da Roma, questo luogo è la meta ideale per trascorre una domenica fuori porta con tutta la famiglia o con il vostro partner. Arrivarci con i mezzi pubblici è un po’ complicato, quindi il consiglio è quello di fare armi e bagagli e andare direttamente con la vostra macchina. Il parco dei mostri, anche dopo l’emergenza covid, è aperto per il mese di settembre, tutti i giorni dalle 9 alle 19, per cui potrete trascorre l’intera giornata tra draghi, eroi, mostri e creature immaginarie completamente immerse nel verde.
Molti sono stati gli studiosi che hanno studiato a fondo le posizioni delle statue e il loro significato, ma pochi ancora sono riusciti a darne una spiegazione. Forse perché il parco progettato a metà del 1500 da Pirro Ligorio – già architetto impiegato per la costruzione di San Pietro dopo Michelangelo –, su commissione del principe Pier Francesco Orsini, detto Vicino, potrebbe non avere un vero e proprio senso logico che connette tutto il percorso. A questo infatti fa pensare la frase incisa su una sfinge all’interno del parco che recita così:
“Tu ch’entri qua pon mente parte a parte et dimmi poi se tante maraviglie sien fatte per inganno o pur per arte”
Come se gli ideatori di questo parco avessero voluto dire ai futuri visitatori, “è inutile sbattere la testa cercando un senso a tutto questo, perché difficilmente riuscirai a capire se questo percorso sia stato ideato con un senso o giusto per bellezza”. Insomma come se fosse una burla del Marchese del Grillo o di Rugantino. In realtà sembra che la costruzione di questo parco sia avvenuta “sol per sfogare il core” del principe Vicino Orsini, dopo la morte di Giulia Farnese, sua moglie.
Così in questo parco, proprio per sfogare il dolore, vennero fatti costruire mostri eccentrici, draghi, animali esotici, finti ruderi di epoche antiche, sfingi, tempietti e molto altro. Addirittura lungo il sentiero che conduce all’interno del parco si potrà trovare una Casa Pendente, costruita appositamente storta, proprio per far capire che lì dentro non regnava la ragione, ma la follia. O forse ce lo volevano far credere, perché effettivamente all’inizio del sentiero c’è una statua che si pensi raffiguri Ercole che dilania Caco, forse a simboleggiare un cammino duro e dilaniante che da lì porterà alla conoscenza. Dopo di che, sul sentiero si potrà incontrare il Mascherone o quella che viene creduta “La porta degli inferi”. Tranquilli, non uscirà nessuno da lì a mettervi paura, ma la bocca di questa statua è talmente grande che potrete entrarci dentro e far sparire ogni pensiero, proprio come scritto sull’iscrizione del suo labbro superiore “Ogni pensiero vola”. Alla fine del sentiero, dopo altre statue troveremo un tempietto, preceduto da un guardiano tutto particolare, il cane a tre teste Cerbero; la sua posizione, su una piccola altura, corrisponde esattamente al punto di ingresso, come a concludere il cammino avendo percorso una sorta di anello magico, che porta a una nuova conoscenza. Sarà solo una coincidenza?
Ovviamente ci sono molte altre statue e molte altre architetture, come il teatro o la torretta, che potrebbero farvi impazzire…di bellezza, ovviamente. Dopo la morte del principe Orsini questo parco fu abbandonato e riscoperto solamente molto più tardi, quando artisti del calibro di Goethe o il più recente scrittore italiano Mario Praz diedero nuovo lustro a questo luogo. L’artista che forse più di tutti si è sentito a casa tra queste orrorifiche sculture è stato Salvador Dalì, che sicuramente dalla visita di questo parco – immortalata in un video d’epoca che vi riproponiamo qui sotto -, trovò numerose ispirazioni per i suoi futuri quadri.
Anche il mondo del cinema si innamorò di questo parco, tanto che il regista Antonioni gli dedicò un documentario chiamato la Villa dei mostri:
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