La Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami e la storia della sua confraternita
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Piazza di Spagna, la scalinata romantica di trinità dei Monti e la Barcaccia, ma il vigneto lo conoscevate? Qual è l’origine della scalinata più celebre d’Italia? Perché la Piazza si chiama così?
Vacanze romane, Roma città aperta: tante le pellicole in cui compaiono i 136 scalini di una delle piazze più eleganti e frequentate di Roma. Per andare a visitarla? Basta salire al volo sulla metro A di Roma, scendere alla fermata che porta il suo nome, “Piazza di Spagna“, e il gioco è fatto! Quanti di voi ci hanno passeggiato, sbirciando stupefatti le costose vetrine d’alta moda? Piazza di Spagna è una meta imprescindibile se si decide di visitare Roma. Ma sapete perché si chiama così?
La Piazza deve il suo nome alla presenza del palazzo dell’Ambasciata di Spagna, situato nel suo lato sud. Per il medesimo motivo, vi incuriosirà sapere che, molti amavano chiamare la parte settentrionale del luogo, quella verso via del Babuino, Piazza di Francia, dati alcuni possedimenti francesi nella zona nord, come il terreno di Trinità dei Monti.
Che sia di Francia o di Spagna, comunque, la Piazza appartiene ai patrimoni di Roma e, anzi, nel corso degli anni, è andata diventando sempre più uno dei luoghi simbolo della Capitale. Quanti di voi possono usare i versi romantici di Montale: “ho sceso dandoti il braccio un milione di volte” aggiungendo “dalla scalinata di piazza di Spagna”?
Che belli gli scalini che da Piazza di Spagna salgono a Trinità dei Monti e che bello vedere la vita che scorre sotto di essi: ammettetelo, quante volte vi è capitato di sedervici per stuzzicare qualcosa? O semplicemente per riposarvi un po’ dopo lo shopping sfrenato? Ma sapete perché è stata costruita quella scalinata?
In passato, dalla piazza di Trinità dei Monti si raggiungeva la zona bassa di piazza di Spagna attraverso due strade non carrozzabili, ripide e fangose, poste lungo il pendio del colle. Il notevole dislivello rappresentava una vera e propria frattura tra i due poli urbani (la stessa chiesa veniva chiamata Trinità del Monte, riferendosi all’altura del Pincio), perciò si resero necessarie delle soluzioni. Varie furono le trovate e i progetti presentati, allo scopo di risolvere tale scomodità. Una delle tante proposte fu quella di creare una grandiosa fontana scenografica, mai effettuata per le grosse spese che imponeva. Tuttavia, il primo a concepire l’idea della scalinata fu il cardinale Mazzarino, intorno al ‘600.
Alla sua morte, infatti, un nobile francese, Ètienne Gueffier, lasciò in eredità i suoi beni al convento dei Minimi della Trinità de’ Monti (come recita la targa posta lungo la scalinata), a patto che 400 scudi fossero destinati a spianare il tracciato e 20.000 venissero utilizzati per la costruzione stessa della scalinata. Il progetto, firmato dall’architetto Francesco de Sanctis, fu approvato soltanto un secolo più tardi dai francesi (proprietari del terreno) e dal Papa: la scalinata vide la luce soltanto nel 1725, inaugurata durante il Giubileo.
Poche notizie certe, invece, sull’esistenza attuale del vigneto a Trinità dei Monti. Sebbene l’informazione desti qualche sospetto, se ne hanno notizie almeno fino al 2018. Sembrerà strano, ma ubicato nel centro di Roma, sopra Piazza di Spagna, racchiuso tra le mura del convento del Sacro Cuore di Trinità dei Monti, pare esistesse un vigneto urbano, addirittura funzionante! La vigna, voluta dalla città francese di Norbonne, per celebrare la sua origine romana, era infatti addetta alla limitata e pregiata produzione del “Vino Gallico“.
Non sappiamo che fine abbia fatto, però, date le lamentele degli ultimi anni per la sua noncuranza: un buon motivo per andarci, non credete?
Fateci sapere!
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