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Buon compleanno a Francesco Totti, ottavo re di Roma

foto di: Immagini prese dal web

Tanti auguri a Francesco Totti, bandiera della Roma per oltre vent’anni, calciatore di enorme talento in grado di segnare reti stupende e di diventare una leggenda per il suo popolo giallorosso

Tanti auguri a una leggenda del calcio

Compie oggi 46 anni Francesco Totti, bandiera della Roma e tra i calciatori italiani più talentuosi degli ultimi 30 anni. Attaccante e fantasista della Magica per oltre un ventennio, idolatrato dalla tifoseria giallorossa e temuto dalle difese di tutta la Serie A. Campione del mondo nel 2006 con la Nazionale Italiana con il rigore decisivo segnato all’ultimo respiro dell’ottavo di finale contro l’Australia e giocate di alta classe dispensate a servizio della gloriosa squadra guidata da Marcello Lippi. Protagonista indiscusso dell’ultimo scudetto della Roma, datato 2001, capitano che ha incarnato lo spirito della sua gente e della sua città.

Genio e sregolatezza, le esultanze indimenticabili

Oltre la più celebre e consueta esultanza con il dito in bocca, Totti ha regalato due momenti da ricordare dopo aver segnato un gol. A gennaio del 2015 trascina la sua squadra alla rimonta nella partita più sentita, il derby della Capitale, con una doppietta che permette alla Roma di pareggiare. Corre sotto la curva, si fa consegnare un cellulare e scatta quello che è diventato uno dei selfie più famosi della storia, proprio lì, ai piedi della Sud. Altro derby, quello del 10 marzo 2002, terminato 5-1 per la Roma. Totti fa gol e su una maglietta indossata sotto la numero 10 sfoggia la scritta 6 unica, dedicata a quella che diventerà la sua moglie, Ilary Blasi, formando una delle coppie più amate dello spettacolo italiano.

Il suo addio al calcio

Il 28 maggio 2017 è stato un giorno di lutto per tutti i fan del calcio. Francesco decide di appendere le scarpette al chiodo e di ritirarsi. In un Olimpico gremito, il saluto tra le lacrime strazianti del suo popolo, che ha potuto ammirare il talento di un fantasista in grado di segnare reti stupende, dai cucchiai dalla distanza o su rigore, suo marchio di fabbrica, a tiri al volo dal coefficiente di difficoltà enorme. Speravo de morì prima è stata la frase simbolo di quel giorno tanto che è divenuto il titolo della serie TV dedicata al pupone e che racconta anche in una veste intima e privata questa dolorosa separazione dal mondo del pallone di un uomo che si divertiva a regalare magie con i suoi piedi.