Il roseto comunale riapre le sue porte e tutta Roma torna a sentire il profumo delle sue rose
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Continua la rubrica GRA Turismo e questa volta vi facciamo scoprire la Prenestina, una strada consolare avvolta nel verde e circondata da antichi reperti archeologici.
La sedicesima uscita del Grande Raccordo Anulare è la Prenestina, un’antica strada consolare il cui nome è un omaggio a Palestrina, o meglio Preneste, una cittadina che viene attraversata dalla via.
La Prenestina ha inizio nel cuore di Roma, esattamente a Porta Maggiore e termina verso Fiuggi, nella provincia di Frosinone. Si tratta di un percorso nel quale negli anni sono stati poi ritrovati tanti reperti archeologici.
Il primo di questi è proprio la Porta Maggiore che è stata costruita sotto l’Imperatore Claudio nel 52, in un punto in cui si incrociavano otto degli undici acquedotti romani.
Il nome deriva dalla grandezza delle due arcate e delle tre finestrone in travertino, ma anche dalla vicinanza con la Basilica di Santa Maria Maggiore, una delle Sette Chiese romane.
La porta negli anni ha subito diverse modifiche nonostante oggi la vediamo nella sua costruzione originaria. La prima venne fatta da Aureliano, che cercò di unire il portale con le sue mura, per difendere Roma dagli attacchi dei nemici. Successivamente l’Imperatore Onorio cercò di fortificare la struttura dividendola poi in due. Una porta dava sulla via Prenestina, una seconda sulla Labicana ma quest’ultima venne subito chiusa.
Il progetto di Onorio rendeva l’arco asimmetrico ed in un certo senso inguardabile, per questo motivo Papa Gregorio XVI lo fece distruggere. Fece poi stringere però le porte del passaggio ma realizzò qualcosa di poco estetico e simmetrico.
Porta Maggiore venne infatti riportata al suo stato iniziale nel 1915, grazie a degli scavi archeologici che ritrovarono anche numerosi reperti tra cui la tomba di Eurisace.
La via Prenestina passa poi attraverso Villa Gordiani, che oggi è un ricco parco archeologico. In passato questa era una residenza che apparteneva agli Imperatori Gordiano I, II e III.
Secondo gli scavi la villa aveva delle origini molto più antiche di quanto si pensi ora. Nei secoli però è stata riscostruita più volte e per questo motivo non è possibile arrivare alla sua origine.
Quello che sappiamo però è che oggi conserva un ricco fascino e si trova nel mezzo di un bellissimo parco archeologico che è stato costruito negli anni del primo dopoguerra, nel quale è possibile perdersi in delle lunghe passeggiate.
Il parco è ricco di antichi reperti ed è il luogo nel quale un tempo sorgevano 3 basiliche di cui oggi però resta soltanto un ricordo ed un mausoleo. Ciò che rimane del parco è poi un’aula ottagona, una costruzione termale a forma di ottagono con delle grandi aperture rotonde.
Un altro reperto ancora visibile è poi una torre di avvistamento costruita in tempo medievale. Questa doveva essere molto alta poiché sono stati ritrovati i resti di alcuni scalini che permettevano di salirvi sopra.
La via Prenestina termina verso Fiuggi, nei pressi del Parco dei Monti Simbruvini che contengono al loro interno un piccolo angolo di paradiso.
Questo è la Cascata di Trevi, una discesa del fiume Aniene che nasce dalle rocce generando un piccolo laghetto e che poi finisce per immergersi nelle candide acque del Simbruvio. Si pensa che qui sia nato il primo acquedotto dell’Aniene, ovvero l’Anio Novus.
Il parco poi è ricco di ritrovamenti archeologici che sono tuttora visibili. Questi sono i resti di alcune ville romane e di acquedotti. È un luogo scenografico, dell’atmosfera suggestiva che spesso viene scelto come set per alcuni film o documentari.
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