Carmentalia, un’antica celebrazione di sapienza e profezia
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Non solo le popolazioni di origine celtica avevano festività che riguardavano i defunti, ma anche gli stessi romani con il Mundus Cereris, erano soliti festeggiare per ben tre volte l’anno il collegamento tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti, scopriamo quando si festeggiava e il suo rito!
Volente o nolente, tradizionalisti o no, la festa di Halloween è entrata di prepotenza anche nella nostra cultura. Nonostante molte persone la continuino a sentire una festività non propria, in Italia ormai si è diffusa molto questa usanza e se negli anni scorsi si era soliti festeggiare solamente durante questa notte, ora anche i bambini cominciano a girare per le case suonando alle porte ponendo la classica domanda: “Dolcetto o scherzetto?”. In realtà questa tradizione per gli antichi popoli celtici, era molto importante perché in questa data si festeggiava la fine dell’estate e anche l’inizio del nuovo anno, praticamente era un capodanno! In questa notte, secondo la leggenda, gli spiriti sono liberi di tornare e vagare sulla terra, proprio come Jack o’ Lantern il famoso personaggio irlandese che, dopo aver ingannato per ben due volte il diavolo, fu costretto a girare per il mondo con un tizzone ardente all’interno di una zucca per potersi riscaldare.
Deorum Manium iura sancta sunt
Ovvero, Sono sante le leggi delle divinità e dei defunti. Questa era una delle leggi delle antiche XII tavole romane in cui si imponeva il rispetto delle festività legate agli dei e ai santi. Anche nel mondo romano dunque, soprattutto quell’arcaico, erano presenti dei giorni in cui omaggiare i morti e in cui il mondo dei vivi e quello degli inferi erano in comunicazione: questi erano i giorni del Mundus Patet. Questo rito che si svolgeva il 24 agosto, il 5 ottobre e l’8 novembre era molto sentito, tanto che era proibito fare alcune cose come prendere moglie o iniziare una guerra (come se prende moje nun fosse già l’inizio de una guera!). Quest’ultima perché, come ricorda Varrone, non era molto conveniente andare a combattere quando le porte del mondo dei morti erano aperte, si pensava ci fosse molta più probabilità di morire rispetto ad altri momenti. In questi giorni poi le porte dei templi degli altri dèi venivano chiuse e l’unica cosa ad essere aperta era proprio la fossa chiamata Mundus Cereris.
Questa fossa era posto al centro della città e si pensava fosse il buco scavato da Romolo al momento della fondazione di Roma. Infatti in antichità quando si doveva dare origine ad un nuovo centro abitato si ponevano due assi perpendicolari (che in seguito divennero il cardo e il decumano romani) che delimitavano l’area sacra; all’incontro di questi due assi si scavava una fossa che era il punto di comunicazione tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti. Al suo interno erano gettate ogni sorta di primizie, veniva coperto con delle lastre di pietra e aperte solo nei tre giorni delle festività del Mundus Patet, in cui i morti potevano tranquillamente tornare sulla terra e girare tra i vivi. Il simbolismo legato a questa fossa è molto forte, poiché in primo luogo ricorda un utero rovesciato, riportando quindi il significato all’atto della fondazione di una nuova città. In secondo luogo questa fossa, secondo gli studiosi, sembra essere anche una controparte della volta celeste, in cui gli antichi credevano fosse racchiuso simbolicamente tutto l’universo. Questo buco era particolarmente sacro tanto che mundus era la stessa parola con cui i romani chiamavano l’Olimpo, la sede effettiva degli dei. Sulla posizione di questa fossa si è molto dibattuto dato che una fonte romana riporta che questa fosse sul monte del Palatino, mentre Plutarco invece riporta che questo mundus fosse presso il Comizio, nella zona del foro. Ma al di là di dove sia questo Mundus Cereris voi sapevate di queste particolari festività romane?
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