A Fregene il ristorante dove gustare piatti tipici del mondo latino: Casa Carmen
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Non è un dolce natalizio, ma un gustoso panino dorato lavorato con l’uovo. E lo strutto. Una bomba calorica tutta da sgranocchiare che stimola il palato e spegne la fame.
Ha un nome che ricorda molto quello del dolce che siamo abituati a consumare a Natale, ma a differenza di ciò che a cui potrebbe alludere, il pandorato non è affatto un dessert. È piuttosto un panino salato, ma si chiama in questo modo perchè nel momento in cui viene servito a tavola, diventa color oro.
Non è chiaro a quale periodo risalgono le sue origini, ma è certo che i romani lo apprezzano talmente tanto, che negli anni qualcuno di loro gli ha perfino dedicato una poesia. Uno di loro è stato proprio l’attore Aldo Fabrizi, che nella sua carriera, oltre ad aver recitato e diretto diversi film, ha anche scritto un grande numero di poesie in onore della cucina romana, nelle quali compaiono dei versi che sono proprio dedicati al pandorato.
“Quanno ch’er Pane è bene imbeverato, s’indora fritto all’ojo o a tutto buro p’avé diritto ar nome ‘Pandorato’.”
Oggi il pandorato è considerato una specialità della cucina di Roma, ma ai tempi, come molti altri piatti della tradizione, era semplicemente visto come un cibo in grado di riempire lo stomaco e soprattutto come una saporita alternativa al pane raffermo.
Veniva infatti preparato nelle campagne con il pane indurito con lo scopo di colmare i vuoti dello stomaco e avere le giuste energie per poter lavorare nei campi.
Chiaramente però il pane non era il solo ingrediente della pietanza. A questo si aggiungevano infatti il latte, le uova e lo strutto, ovvero degli alimenti che fossero in grado di dare al panino, la morbidezza, il colore dorato e infine un po’ di sapore.
Anche oggi per preparare il pandorato occorrono solamente questi quattro ingredienti. Volendo però si possono aggiungere a questi anche la provatura, ovvero un particolare tipo di formaggio pastoso e le alici.
La ricetta originale prevede comunque la messa in ammollo del pane raffermo nel latte per circa mezz’ora, un secondo ammollo nell’uovo sbattuto e infine una passata in padella con dello strutto. Il risultato finale è un panino gustoso, morbido e soprattutto sostanzioso.
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