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Il toponimo Pigneto è attribuito alla presenza di una lunga fila di pini, piantati dalla famiglia Caballini, lungo il muraglione della settecentesca villa Serventi, sulla via Casilina. Questo angolo del quartiere Prenestino-Labicano ha nel corso degli anni vissuto un processo di gentrificazione che l’ha portato dall’essere una zona periferica a centro vivace di locali e atelier artistici.
Collocato pressocché tra i vertici del triangolo formato da Porta Maggiore, largo Preneste e la piazza della Marranella, il Pigneto è un area urbana del Municipio Roma V. La via principale è l’omonima via del Pigneto, lungo la quale oggi si concentrano locali, pub e caffè letterari. Il conglomerato urbano è tutto sommato recente: solo dopo il 1870 si sviluppò un vero e proprio insediamento abitativo nell’area. Quartiere giovane ma attivamente antifascista, sul Pigneto si abbatterono i bombardamenti alleati del 1943 e del 1944. Nel secondo dopoguerra, per la sua composizione sociale principalmente popolare, il Pigneto fu scelto da numerosi registi del Neorealismo cinematografico come set delle loro pellicole. Bellissima di Luchino Visconti, Una vita difficile di Dino Risi, e ancora Accattone di Pier Paolo Pasolini furono tutti girati per le strade del Pigneto. Ricordiamo in particolare la scena fulcro di Roma città aperta, di Roberto Rossellini: la fucilazione di Pina, interpretata da Anna Magnani, uccisa dai nazisti, è stata girata in via Raimondo Montecuccoli. Per restare in tema cinematografico, cambiamo tono e passiamo a uno più leggero ricordando a tutti che il mitico ragionier Fantozzi, star dei film di Luciano Salce e interpretato da Paolo Villaggio, abita proprio al Pigneto insieme alla moglie Pina e alla figlia Mariangela! In totale, sono ben quindici i film a essere stati girati qui, in questo piccolo triangolo stretto tra i quartieri Labicano-Prenestino e Tiburtino.
Grazie alla vicinanza con l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza“, il quartiere si è popolato di studenti fuori sede, diventando uno dei centri più ferventi della movida della Capitale e avviando così il processo di gentrificazione che ha interessato l’intera area. Consacrato dal favore dei giovanissimi, il Pigneto è, da una decina d’anni a questa parte, un’area alla moda ed emergente che propone un’offerta diversificata, che attira turismo di ogni tipo: il settore enogastronomico è servitissimo da pizzerie, trattorie tradizionali, ristoranti latinoamericani, gelaterie artigianali e bar per l’aperitivo. L’attivismo politico e artistico della popolazione è rimasto inalterato dalla Seconda Guerra Mondiale: accanto all’antifascismo, sono sorti numerosi centri e club LGBTQ, librerie indipendenti e centri culturali. La sperimentazione artistica è fervente in sale come il Teatro Hamlet e lo Spazio Diamante. In quanto ex zona di stabilimenti industriali, il Pigneto offre un paesaggio di contrasti tra natura e post-moderno: su tutti, l’ex-SNIA, su via Prenestina, che è oggi il Parco delle Energie, ricco di aree verdi attrezzate per bambini e graffiti di indubbio valore artistico.
Nonostante l’inurbamento relativamente recente dell’area, il Pigneto è ricco di storia e siti di grande interesse artistico-culturale. Primo testimone di un passato remotissimo è il sepolcro del fornaio Eurisace, a Piazzale Labicano: liberto vissuto nel I secolo a.C., la sua eccentrica tomba, insieme a quella della moglie Atistia, è una tappa immancabile per chi visita la capitale. Inoltre, è qui che sorge il terzo più grande mausoleo a pianta circolare di Roma, preceduto solo dal Mausoleo di Augusto di Piazza Augusto Imperatore e dalla Mole Adriana: stiamo parlando del Torrione prenestino, edificato al II miglio della via Prenestina, dal 2010 restaurato e aperto al pubblico e circondato da un parco. Al turista capitolino consigliamo infine una capatina all’Acquedotto Felice, che nel Cinquecento forniva di acqua corrente la villa di Papa Sisto V, prima di imboccare Porta Maggiore nel senso opposto e concludere la visita in questo piccolo triangolo di case scoppiettante di vita.
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