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Il romano sulla neve si distingue, non per l’accento ma per il portamento, i 6 tipi!

foto di: Immagini prese dal web

Inverno è periodo di neve, di montagna, di freddo, di camino con il fuoco e calice di vino e il romano, se può, lo sfizietto di qualche giorno bianco (non in  bianco, o almeno se spera!) se lo toglie, che sia qui intorno o sulle rinomate località sciistiche non importa, il romano quando lo vedi, lo riconosci!

Montagna nonostante tutto

Quest’anno sembra che il Grinch abbia veramente rubato questo Natale, poche partite a carte, poche bische, nessuna tombola e solo coprifuoco; solo i pochi che hanno una seconda casa in montagna potranno godere di questi giorni con la pace e il silenzio di un bel panorama montano, se nevica ancora meglio, subito a fa a palloccate de neve per poi divertirsi andando su e giù per le discese!

Lo sciatore

Il primo è il classico che non tramonta mai, è er cacio sui maccheroni, la ciambella uscita col buco: lo sciatore classico. Si crede la reincarnazione di Alberto Tomba e infatti lo vedi convinto scendere dalla montagna, con gli occhiali a specchio, il caschetto tutto attillato, sfidando il vento e la tormenta; arriva a valle e con una curva ricopre completamente un bambino facendolo diventare un pupazzo di neve, ma poi alzi lo sguardo e t’accorgi che stava scendendo solo la pista azzurra. Esagerato!

Il figo con lo snowboard

Tuta tre taglie più grande, rigorosamente colorata come se fosse uscita direttamente dagli anni ’80, atteggiamento da ma anvedi che sto a scenne, vedi de spostatte e via, si inizia. Ogni dosso, ogni piccolo avvallamento di neve è una sfida con se stesso ed è sempre occasione per fare sfoggio delle sue qualità di freestyler, ma i veri trick so’ robba pe’ quelli bravi, quindi è tutta scena. Esibizionista!

Il fondista

È sicuramente il più signorile tra i sei e infatti guarda con sdegno e quasi schifo i due appena descritti, come plebaglia che si diverte con dei semplici balocchi. Lui si che si sente il vero sciatore, colui che è tornato all’origine di tutto, alla disciplina più antica, il fondo, dove si fatica il triplo e sembra di non arrivare mai. A ‘na certa lo ritroveranno appoggiato a un albero in attesa del San Bernardo con la grappa, ricordiamogli che non sta in Svezia. Sofisticato!

Quello con lo slittino

Il suo solo ed unico obiettivo è divertirsi. Potrebbe bastargli anche un cartone ripiegato fosse per lui; niente slalom, trick o infinite camminate per lui, ma solo lunghe discese su cui sfidare le massime velocità, accucciarsi per prendere la forma più aerodinamica possibile e poi scendere giù come un missile. Se vi trovate davanti a lui difficilmente avrete scampo sperate solo di non essere sulla sua traiettoria! Folle.

L’alcolista innamorato del bombardino

Infine i due tipi più statici, quelli che mentre gli altri sudano sette camicie, anzi sette tute, pasturano tra le baite e gli chalet. Il primo è l’alcolista, quello che gira tutte le strutture ricettive della valle, sfidando neve e tempesta, pur di trovare il bar che faccia il bombardino perfetto. Per lui non esiste altra attività in montagna. Tenace.

Il rifugiato

Infine lui, il rifugiato. No, no, non è un rifugiato dal punto di vista giuridico, ma colui che potrebbe dirsi un cugino, anzi un fratello del tipo precedente: colui che gira tutti i rifugi in cerca del cibo più buono. Polenta, vin brulé, carne di cervo, di stambecco, quando arriva lui si registra un calo della fauno in montagna del 20%. Le pietanze le conosce tutte, tanto da sfidare il ristoratore di turno a fargli sempre la variante a modo suo, diventando l’incubo di tutti gli chef! Sterminatore.