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La Basilica di Santa Cecilia in Trastevere nasce dalla leggenda del martirio della donna e si è sviluppata nel corso dei secoli, tra ritrovamenti, modifiche e ampliamenti: cosa c’è da vedere in questa chiesa spettacolare
La Basilica di Santa Cecilia si trova nell’omonima piazza nel rione Trastevere a Roma. La leggenda vuole che la chiesa sorga sulla casa familiare di Cecilia,, che subì il supplizio intorno al 220. La Legenda Aurea narra che papa Urbano I, che aveva convertito il marito di lei, Valeriano, ed era stato testimone del martirio, seppellì il corpo di Cecilia tra quelli dei vescovi e consacrò la sua casa trasformandola in una chiesa. All’inizio del IX secolo papa Pasquale I, ebbe in sogno la visione di Cecilia che gli rivelava la propria sepoltura, fece costruire la chiesa sul luogo della precedente e vi traslocò il corpo.
Durante i lavori di ristrutturazione effettuati nel 1599 fu aperto il sepolcro di marmo e nella ulteriore cassa di cipresso che esso racchiudeva si ritrovò il corpo quasi integro della santa, vestito di bianco e con il segno delle ferite sul collo. L’evento fu considerato miracoloso e fu commissionato allo scultore Stefano Maderno la riproduzione della figura così com’era stata ritrovata e si trova sull’altare maggiore dell’edificio.
La struttura architettonica di Santa Cecilia risale al pontificato di Pasquale I secondo i canoni dell’architettura carolingia: muratura tutta in laterizi, finestre a doppia ghiera, impianto a tre navate. Furono costruiti poi il portico, il campanile, l’ala destra del convento ed il chiostro, nel 1540 fu aggiunto il coro e, nel 1600, furono realizzati la nuova confessione, il rialzamento del presbiterio e gli altari laterali. A decorare la chiesa sono gli stupendi affreschi di Pietro Cavallini datati la fine del 1200 e che sono stati riportati alla luce a inizio 1900.
Degli ambienti sotterranei era nota soltanto la cripta e il calidarium in cui la leggenda voleva che si fosse fatto il primo tentativo di soffocare Cecilia, finché la cripta non fu restaurata e ampliata negli ultimi anni del 1800, lavori che portano alla scoperta di numerosi ambienti sottostanti l’edificio per una profondità di circa 5 m con i resti di una domus del II secolo a.C. con tracce di una strada, di una scala d’accesso, di un’aula e di un piccolo impianto termale interno. Modifiche ulteriori vennero apportate con l’uso cristiano dell’immobile nei secoli successivi dato che una sala con una vasca circolare fu trasformata in un battistero esagonale rivestito di marmo.
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